La settimana lavorativa ‘4 giorni’ tra proposte e sperimentazioni

La nuova proposta, riguarda la settimana lavorativa ‘corta’, ovvero formata da quattro giorni, invece che dai canonici cinque, in Italia ancora in fase di sperimentazione

Il covid ha sicuramente stravolto, nel bene e nel male, il mondo del lavoro, catapultandoci in nuove abitudini e sistemi di organizzazione che mai avremmo immaginato. È stato proprio grazie alla pandemia che abbiamo sperimentato lo smartworking, il lavoro da casa, che ha dimostrato quanto le nostre abitazioni fossero in grado di sostituire aziende e uffici e sull’onda di queste nuove prospettive il cambiamento non si arresta.

La nuova proposta, infatti, riguarda la settimana lavorativa ‘corta’, ovvero formata da quattro giorni, invece che dai canonici cinque, in Italia ancora in fase di sperimentazione e che sembra accogliere il gradimento di molti. Avviata in Islanda e in parte in Svezia, sembra infatti che anche gli altri paesi europei stiano entrando in questa nuova ottica e cioè ridurre l’orario di lavoro, mantenendo la stessa retribuzione.

L’esperimento ha utilizzato il modello 100-80-100: i lavoratori ricevono il 100% della retribuzione per lavorare l’80%, in cambio del 100% della loro produzione abituale e le aziende hanno valutato positivamente la loro esperienza complessiva, dichiarando che le prestazioni e la produttività sono rimaste alte o pressoché invariate. D’altronde se i benefici per i lavoratori sono apparsi subito chiari, quelli per le aziende non erano affatto scontati.

La chiave di lettura pare risiedere nel fatto che persone che gestiscono meglio il proprio tempo e non si sentono stressate da ritmi lavorativi ingombranti, diventano dei lavoratori più effecienti e preparati. Inoltre, un altro vantaggio è la spinta verso l’innovazione organizzativa, che vede tra l’altro l’Italia indietro rispetto agli altri paesi sia europei, che oltreoceano. Flessibilità è dunque la parola chiave per guardare ad un nuovo mondo del lavoro, che si adatta sempre di più alle esigenze di donne e uomini proiettate verso una maggiore libertà, sia individuale, che sociale.