L’ira dei commercianti. “Salvemini riapra il traffico su viale Marconi” 

Impopolari e rivoluzionarie le scelte di Salvemini in materia di mobilità che scatenano le ire dei commercianti. Il sindaco però tira dritto, nonostante i continui appelli degli esercenti. 

Scelte impopolari e rivoluzionarie che rompono l’ordine precostituito. È questa la definizione più calzante per le decisioni  dell’amministrazione Salvemini in merito alla mobilità e al traffico.

L’annuncio era partito da lontano, durante la lunga competizione elettorale;   l’esigenza primaria – era stato chiarito – innovare e riformare l’intero comparto, seppur con la consapevolezza di poter  minare la solida popolarità e danneggiarla. Tira dritto il sindaco Salvemini sulla chiusura al traffico di  viale Marconi, il cuore del centro che ospita una moltitudine di attività commerciali, oggi sofferenti per  le scelte imposte.

Con il piede di guerra, gli esercenti reclamano il diritto ad essere ascoltati e, questa mattina, hanno incaricato un portavoce di rispedire al mittente i  malumori dell’ultimo mese. Mario Spagnolo, segretario cittadino della Lega, ha voluto veicolare un nuovo appello all’indirizzo di Palazzo Carafa nell’intento di ottenere un dibattito aperto sulle questioni legate al traffico e giungere ad un accordo che possa risollevare gli animi.

Il disagio in viale Marconi perdura da oltre un mese, i clienti diminuiscono, gli esercenti riscontrano un calo sensibile nelle vendite, qualcuno inizia a lasciare a casa i dipendenti nelle ore di desertica inattività dei negozi. Un panettiere lamenta, intorno a mezzogiorno, di aver emesso soltanto 41 scontrini a fronte dei 120 di un qualunque altro  giorno di apertura al traffico.

“Nessuno percorre più questo tratto, neanche a piedi, lo abbiamo detto in più occasioni eppure l’amministrazione resta sorda”.

Salvemini, che pure si è dimostrato sensibile nei riguardi degli interessi della categoria, questa volta non si ravvede.  Nell’amarezza più profonda, tuttavia, i commercianti si appellano ancora al suo buonsenso e sperano nel dialogo e in decisioni  condivise.