Tutte le fasi della storia dell’automobile hanno avuto una cosa in comune: la corsa tecnologica mirata al miglioramento di prestazioni, efficienza e vendibilità. In passato, quando il petrolio non era un problema e il suo consumo intensivo era pratica comune, c’erano altri motivi di competizione tra le case automobilistiche, come la potenza del motore, il design accattivante, l’affidabilità (clicca qui per maggiori info sulla manutenzione del tuo veicolo), etc..
Tuttavia, a metà del 2020, con l’ossessione per i consumi e l’inquinamento, grazie anche alle rigide regolamentazioni sulle emissioni emanate dall’Unione Europea, che comporteranno sanzioni elevate per i marchi, la ricerca di nuove fonti di energia è diventata la più grande sfida dei trasporti.
Le aziende automobilistiche spendono milioni in ricerca e sviluppo, realizzando piani strategici a breve, medio e lungo termine; con maggiore frequenza presentano nuovi modelli vantaggiosi per l’ambiente (e per le tasche degli automobilisti).
Elettrico Vs Idrogeno Vs Gas: Qual è l’opzione migliore?
Attualmente, i produttori che non fanno la loro parte per lasciare l’impronta green sul pianeta possono essere considerati fuori dal panorama automobilistico nel prossimo futuro. Veicoli ibridi, elettrici, a idrogeno o a gas sono la risposta alle esigenze di un settore che cerca sostanzialmente di ridurre i costi e l’impatto ambientale.
Si dice che i veicoli elettrici siano l’unica opzione per un futuro migliore ma, ad oggi, i dati dicono differentemente. Ad esempio, il GPL è il carburante ecologico più utilizzato al mondo e nel pianeta vengono utilizzate 25 milioni di automobili, di cui praticamente la metà in Europa.
Si parla tantissimo di veicoli elettrici, ma la realtà è che al momento l’unica opzione attualmente praticabile per infrastrutture, autonomia e flessibilità è rappresentata dai mezzi alimentati a GPL.
Un’altra opzione che viene postulata come una delle più interessanti e praticabili è l’idrogeno, un gas incolore e inodore che è così pulito che emette solo acqua nella sua combustione. È uno degli elementi più abbondanti nell’universo, e come composto (poiché praticamente non esiste nella sua forma molecolare), esiste in quantità indicibili, a differenza del cobalto per le batterie.
Il grande svantaggio è che si riscontrano ancora tre grandi problemi nel suo utilizzo:
- Dissociando l’idrogeno dall’ossigeno nell’acqua consumiamo più energia di quella che l’idrogeno stesso produce quando viene bruciato.
- Non può essere immagazzinato come liquido perché richiede temperature molto basse o molta pressione, occupando un volume eccessivo allo stato gassoso.
- È altamente infiammabile, quindi richiede costosi sistemi di sicurezza e l’utilizzo sui veicoli desta ancora parecchia preoccupazione.
Tuttavia, l’Hydrogen Council e la società di consulenza McKinsey hanno condotto nel 2017 uno studio chiamato “Hydrogen, Scaling up” che indica che questo elemento sarà uno dei pilastri fondamentali della transizione energetica. Si parla del fatto che l’idrogeno potrebbe rappresentare un quinto di tutta l’energia consumata entro il 2050, con un potenziale sufficiente per creare più di 30 milioni di posti di lavoro e sviluppare attività imprenditoriali per una somma non trascurabile di 2,5 milioni di miliardi di dollari fino a quel data.

L’Hydrogen Council è stato creato relativamente di recente tra tredici multinazionali che investiranno 1.400 milioni nello sviluppo di questo combustibile.
In termini di domanda, ha un potenziale sufficiente per alimentare 10-15 milioni di autovetture e 500.000 camion entro il 2030, insieme a molti altri usi in vari settori. Allo stesso modo, lo studio è una dichiarazione di intenti in cui possiamo vedere una tabella di marcia che analizza in modo esaustivo e quantificato come sarà la distribuzione dell’idrogeno nei prossimi anni.
Lo sviluppo dei biocarburanti
Un’altra opzione che sta guadagnando terreno nell’ambito dei combustibili alternativi è rappresentata dai biocarburanti. Questi sono prodotti principalmente dalla trasformazione di materie prime vegetali come la canna da zucchero, la soia, l’olio di palma e il mais. A differenza dei carburanti fossili, i biocarburanti emettono meno gas a effetto serra durante la combustione e sono biodegradabili, il che li rende una scelta più sostenibile.
Tuttavia, l’uso dei biocarburanti non è privo di criticità. La produzione di questi combustibili richiede terreni agricoli che potrebbero essere destinati alla produzione di alimenti, creando un conflitto di interessi tra il settore alimentare e quello energetico. Inoltre, la produzione dei biocarburanti richiede spesso l’impiego di grandi quantità di acqua e produrre biocarburanti a partire da materie prime coltivate intensivamente può aumentare l’impatto ambientale complessivo dell’intero processo.
In definitiva, la transizione verso combustibili alternativi è un processo complesso che richiede una visione a lungo termine e una strategia integrata che consideri l’impatto su tutti i settori coinvolti. L’obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale, la sicurezza energetica e l’efficienza economica.
Cosa ci riserva il futuro: combustibili sintetici per motori
Le aziende attualmente impegnate nell’iniziativa includono Air Liquide, Alstom, Anglo American, BMW Group, Daimler, Engie, Honda, Hyundai, Kawasaki, Royal Dutch Shell, The Linde Group, Total e Toyota.
Secondo i dati riflessi nello studio e, anche in vista del 2050, le emissioni annue di CO2 potrebbero ridursi fino a sei gigatonnellate rispetto ai livelli attuali, il che rappresenta un contributo di circa il 20% al contenimento dell’aumento del riscaldamento globale.
Logicamente, per raggiungere questi obiettivi è necessaria una forte sinergia tra tutti gli attori impegnati nel progetto e incentivi di lungo termine, oltre a un forte investimento che, in cifre, potrebbe variare tra i 20.000 e i 25.000 milioni di dollari all’anno fino al 2030.
In ogni caso, se si tiene conto che gli investimenti energetici ammontano attualmente a più di 1,7 trilioni di dollari l’anno tra gas e petrolio, automotive ed elettricità rinnovabile, sembra che la proposta del rapporto possa essere percorribile.
