Un bruttissimo cadeau natalizio, tanto per la regione pugliese quanto per il Salento. Stando infatti alla 16esima edizione dell'indagine sulla 'Qualità della vita 2014' condotta dall'università La Sapienza di Roma per Italia Oggi, il ‘Tacco d’Italia’ è scivolato al 97esimo posto, preceduto in Puglia solo da Foggia. “Un brutto passo in dietro si registra nella classifica complessiva delle province”, tiene a precisare Giovanni D'Agata presidente dello ‘Sportello dei Diritti’. Dall’85esima posizione dello scorso anno, dunque, si perde una lunghezza di ben dodici punti. Mica poco.
“Si tratta di dati che dovrebbero far pensare e non poco la politica e le scelte degli ultimi anni a livello locale e regionale – prosegue D’Agata – che ripropongono da una parte la scarsa qualità di una classe dirigente dimostratasi non all'altezza della valorizzazione, sotto il profilo delle proprie vocazioni, un intero territorio dalle potenzialità incredibili e praticamente inespresse, e dall'altra l'antico dilemma del baricentrismo regionale e della scarsa qualità, inadeguatezza e quantità degli investimenti per migliorare le condizioni di vita dei salentini”.
C’è di più. Lecce si collocherebbe all'ultimo posto nazionale nella speciale classifica del "tenore di vita" dei propri cittadini. La motivazione? Una delle visibili conseguenze di questa drammatica situazione socioeconomica è la crescente tendenza all'emigrazione oltreconfine. Una vera e propria ‘fuga’ da ogni comune della Terra d'Otranto di nostri concittadini, alla ricerca altrove di quel "reddito perduto" ormai divenuto sempre più un miraggio per molte famiglie un tempo appartenenti al ceto medio.