Siamo in via Vecchia Surbo e lo scenario che si presenta agli occhi è al limite della civiltà, anzi, forse tale limite appare superato. Cartoni di ogni dimensione, mobili di compensato e rifiuti di ogni genere campeggiano in bella mostra sul ciglio della strada che conduce a Giorgilorio, frazione di Surbo. Il territorio di competenza, però, è ancora quello di Lecce e per questo già dal 24 luglio scorso, quando per la prima volta l’occhio degli agenti Anpana si è posato su tale scempio, immediata è partita la comunicazione agli Uffici preposti del Comune di Lecce per la pulizia e il ripristino dei luoghi.
Ma, nei giorni scorsi, durante un controllo del territorio, gli Operatori dell’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente della Sezione di Lecce, si sono imbattuti per la seconda volta in uno scenario apocalittico di rifiuti di ogni genere depositati, ad opera di ignoti, lungo una strada a pochi minuti dal centro abitato, proprio via Vecchia Surbo.
Quindi, nonostante la segnalazione – dopo la quale pare non sia arrivata alcuna comunicazione – la situazione non soltanto è apparsa immutata, ma, anzi, peggiorata. “Vogliamo sperare che il mancato ripristino dei luoghi sia da imputare ad una svista da parte di chi doveva provvedere a far pulire – scrive la presidente Anpana, Primula Meo –o forse la pausa estiva e l’organizzazione della festa patronale non hanno favorito l’immediatezza, certo è che il luogo versa in condizioni pietose. E tra i rifiuti, in bella mostra, faceva capolino un libro con una copertina rossa e un titolo sibillino “Oggi per domani”. L’augurio che l’Associazione Anpana si fa è quello che “oggi” si provveda a far sì che questi scempi non avvengano più affinché i nostri figli abbiano, “domani”, in eredità un ambiente migliore”.
Del resto, adiacente alla strada vi è una cava di grande valore naturalistico, popolata da diverse specie floreali e faunistiche autoctone, “in cui però qualcuno ha pensato bene di iniziare un’opera di distruzione versandoci dentro materiale edile di risulta” denuncia Primula Meo.
