Rapporto Aci, nel 2013 diminuiti incidenti e vittime della strada. Preoccupa il trend del 2014

Presentato ieri a Roma, il Rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali 2013. La Regione Puglia e la Provincia di Lecce, in linea con i dati che riguardano tutto il Paese, ha visto diminuire i sinistri stradali

Diminuiscono gli incidenti stradali e le morti causate dai sinistri, ma aumenta la disattenzione mentre si guida. È questo il dato più rilevante che risulta dal Rapporto Aci-Istat, che è stato presentato ieri a Roma, sull’andamento nazionale di sinistri, morti e feriti durante il 2013. Un dato che rispecchia perfettamente l’andamento della Regione Puglia e della Provincia di Lecce. Le vittime a Lecce e Provincia sono state in tutto 33 rispetto alle 76 del 2012, i feriti 2.939 rispetto ai 3.013 dello scorso anno e gli incidenti totali 1.771 contro i 1.856 del rilevamento precedente.

Cresce, come detto però, l’aumento della frequenza degli incidenti mortali causati dalla guida distratta (uso di cellulari mentre si guida, abuso di alcool e droghe) che resta in costante aumento. Il “movente” di questi incidenti è cresciuta sensibilmente negli ultimi tre anni: si è passati, infatti, da una percentuale dell’11,11% al 34,48% delle cause imputabili al comportamento, dato rispecchiato anche a livello nazionale. La distrazione è una piaga che colpisce la provincia di Lecce più di altre zone, infatti, il 36% degli incidenti hanno questa causa nel territorio salentino rispetto al 22% registrato in tutta la Regione.

La maggior parte dei decessi che si sono avuti in provincia di Lecce si sono registrati di lunedì (13) che risulta così essere il giorno nero della settimana. Luglio è il mese peggiore, con 6 decessi, seguito da agosto con 5. Nelle ore notturne, tutte le vittime (8 su 8) ha un’età compresa tra i 18 e i 54 anni. Conformemente al dato nazionale, non si muore prevalentemente sul territorio urbano ma su quello provinciale, regionale o statale fuori dall’abitato (21 morti). Ad essere più pericolosi sono i rettilinei (20 morti). Il confronto sulle strade urbane è di 1.113 incidenti e 1.746 feriti registrati nel 2013 contro i 1.174 incidenti e i 1.808 feriti dell’anno precedente. Nella città capoluogo, il trend generale è in discesa, con meno incidenti (455 nel 2.013 contro i 486 nel 2012), una netta diminuzione dei feriti (660 contro 767) e una vittima risparmiata (4 contro 5). Il secondo comune per numero di incidenti è Nardò con 135 sinistri, seguito da Galatina (63) e Gallipoli (56).

Alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina per illustrare i dati fuoriusciti dal rapporto hanno partecipato, tra gli altri, la dottoressa Antonella Rotundo, di Istat Puglia; il comandante della Polizia Municipale di Lecce, Donato Zacheo; l’assessore al Traffico e Mobilità, Luca Pasqualini; il direttore Aci Pasquale Elia; il presidente Automobile Club Lecce, Aurelio Filippi Filippi. “I dati in Provincia di Lecce sono confortanti – rivela quest’ultimo – per quanto concerne soprattutto il numero di vittime. Come organizzazione, però, sia a livello locale che internazionale realizzeremo campagne di comunicazione adeguate per coinvolgere l’utente della strada a dare reale importanza al proprio comportamento alla guida. Il nostro obiettivo è quello di educare la gente ad assumere comportamenti virtuosi quando si guida. Si sta già sperimentando la creazione di un dispositivo che rileva l’attenzione del conducente, quindi i movimenti del suo occhio, e far scattare l’allarme ogni qualvolta l’occhio si distrae dalla guida. Cerchiamo di essere quanto più propositivi possibile perché l’obiettivo resta quello di ridurre sempre di più morti e sinistri stradali perché, nonostante l’evoluzione tecnologica e le tante campagne di sensibilizzazione alla guida fatte, il numero di incidenti resta elevato”.

Oltre la disattenzione, poi, sono la qualità delle strade ed un’infrastruttura spesso carente o inadeguata a creare disagi a chi si mette in macchina. E, poi, resta la piaga della guida sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti. Ed è proprio questo quello che hanno fatto notare, durante la conferenza, alcuni rappresentanti dell’Associazione “Gruppi Uniti Vittime della Strada” che, da quando hanno provato sulla propria pelle la perdita di un caro per causa da imputare a terzi, i cosiddetti “pirati della strada”, hanno deciso di unirsi per cercare di far crescere la sensibilizzazione della gente, ma soprattutto dei giovani, riguardo l’educazione stradale. Secondo alcuni di loro la sensibilizzazione deve partire dalle discoteche, centro nevralgico dell’assunzione di alcol e di droghe soprattutto durante l’estate e che, più che di disattenzione, si debba parlare di incoscienza sulle strade.

I dati snocciolati da Aci e Istat, però, non hanno però considerato due elementi importanti. Secondo una stima arrivata direttamente dall’ospedale Vito Fazzi di Lecce, infatti, i morti del 2013 non sarebbero 33, ma 39. Le sei unità in più sono attribuite a persone che non sono morte sul colpo, ma dopo un certo lasso di tempo passato in coma. I pirati della strada (coloro cioè che causano incidenti, spesso mortali e scappano) sarebbero poi aumentati del 60%. Cosa più grave, infine, sono i 38 morti che si sarebbero registrati dal 15 giugno al 15 settembre appena trascorsi, dato che se confermato, porterebbe quasi a pareggiare i decessi avvenuti nel 2013, nonostante i soli tre mesi presi in considerazione.  



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