
Chi entrerà per la prima volta nel nostro Paese in maniera clandestina non verrà sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso. L’immigrazione clandestina, infatti, non sarà più reato ma illecito amministrativo.
Dopo la legge elettorale è la Bossi-Fini a finire nel mirino del dibattito politico. Già da qualche tempo, proprio su proposta del senatore leccese cinque stelle, Maurizio Buccarella, si era attivata una discussione molto forte sulla necessità di abolire il reato di clandestinità. È vero, allora si ragionava sull’onda emotiva della strage avvenuta nelle acque antistanti a Lampedusa ma è innegabile che sin dalla sua approvazione la legge che porta i nomi degli allora segretari della Lega Nord e di Alleanza Nazionale è stata sempre al centro di una forte querelle. In quei giorni Buccarella fu però stoppato proprio dal suo leader, Beppe Grillo che gli mandò a dire che la cancellazione del reato di clandestinità non era all’ordine del giorno del partito visto che, soprattutto al Nord, se fosse stata presentata nel programma elettorale non avrebbe riscosso alcun consenso.
Oggi, una nuova pagina è stata scritta con la presentazione di un emendamento dell’Esecutivo per disciplinare proprio la materia. L’immigrazione non sarà più un reato ma tornerà ad essere un illecito amministrativo come prima dell’entrata in vigore della legge 189 del 30 luglio del 2002. Solo in caso di reiterazione sarà mantenuta la valenza penale.
Come spiega il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, tecnico scelto da Errico Letta, da «chi per la prima volta entra clandestinamente nel nostro Paese non verrà sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso». Ma, se rientrasse, a quel punto «commetterebbe reato». Insomma, «nessun passo indietro», sottolinea Ferri «il governo ha semplicemente voluto specificare espressamente quanto già contenuto nella norma», con un emendamento che rappresenta la sintesi fra le diverse posizioni che si sono registrate in maggioranza.
Si è trattato in buona sostanza di un compromesso politico tra le posizioni del Pd e quelle di Ncd; ma non c’è dubbio che la Lega Nord avrà vita facile a far pesare, a volte anche demagogicamente, la questione nei territori in cui radica il suo consenso.