Il relitto di Torre San Giovanni, lo sfondo ‘perfetto’ per uno scatto nostalgico

Da quando si è arenato a Torre San Giovanni, il peschereccio ‘fantasma’ ha fatto da sfondo a centinaia di foto e video condivisi sui social

Era il 16 dicembre 2022, quando a Torre San Giovanni comparve un vecchio peschereccio arrugginito. L’imbarcazione apparsa dal nulla nello specchio d’acqua della bellissima frazione del comune di Ugento era diventata, fin da subito, un mistero con il suo carico di segreti nascosti nei 20 metri di lamiere di colore blu. Nessuna sigla identificativa, una scritta in arabo sulla fiancata, qualche indumento ritrovato dagli uomini della Guardia Costiera durante il sopralluogo avevano lasciano immaginare che fosse stata usata per “accompagnare” i migranti sulle coste del Salento. A bordo però non c’era nessuno né risultavano segnalazioni di avvistamenti sospetti o di persone scomparse.

Da quel giorno, è ancora lì, bella e malinconica, a raccontare il suo ultimo viaggio, terminato a pochi metri dalla scogliera, nelle secche del litorale non lontano dall’isolotto di Pazze, dove si è incagliata forse per le condizioni proibitive del mare, forse per la scarsa visibilità.

In attesa di un destino già scritto – dovrebbe essere demolita – fa da sfondo a centinaia di foto e video condivise sui social come quella inviata alla nostra redazione da Lina Sabella. In tanti, incuriositi dal peschereccio ‘fantasma’ hanno raggiunto Torre San Giovanni per immortalare il suo alone di mistero. Ammirato, fotografato e ripreso, prima di essere rimosso per sempre.

Qualcuno ha suggerito di lasciarlo lì, come ha fatto Angelo Minenna, guida turistica abilitata ed ex consigliere comunale di Ugento che, sulle pagine del Nuovo Quotidiano di Puglia, ha lanciato la proposta di renderlo «instagrammabile». La posizione inusuale dell’imbarcazione e la bellezza del tratto, uno dei tratti più suggestivi della costa ionica potrebbero essere usati per valorizzare l’immagine del territorio.

La nave fantasma di Ugento, diventata popolare sui social, potrebbe essere usata per attirare ancora di più i turisti in vacanza nel Salento. Ovviamente, secondo Minnea, prima è necessario «un progetto di recupero e valorizzazione, in modo tale da rendere il peschereccio elemento integrante del paesaggio costiero e sicura attrattiva sia per i salentini che ogni giorno dell’anno affollano la località costiera, sia per chi sceglie Ugento come meta per le vacanze».

Del resto, era stato così per la Dimitrios, compagna di tante estati. Era il 1978 quando l’imbarcazione, diretta nel porto di Pesaro, si arenò con il suo carico di frumento, orzo e farina del valore di 45.900 dollari, andato irrimediabilmente perduto. I proprietari dei villaggi turistici e degli stabilimenti balneari della zona impararono a convivere con il relitto della nave inghiottita dal mare. Oggi, che è quasi scomparsa del tutto, sono in tanti ad essere dispiaciuti di non vederla più, mentre ‘dormiva’ sul letto morbido della sabbia idruntina.

Il relitto della nave inghiottita dal mare. La magica storia della ‘Dimitrios’