‘Dopo i fatti di Santa Maria Capua a Vetere temiamo per la nostra incolumità’, l’Osapp lancia un grido d’allarme

Il Sindacato chiede la convocazione di tutti i Comitati per l’Ordine Pubblico delle Province Pugliesi al fine di affrontare prontamente quanto sta avvenendo. Si temono ritorsioni sugli agenti.

Sono fortemente preoccupati per la loro incolumità fisica gli agenti della polizia penitenziaria (anche quelli di Lecce) e il sindacato di categoria maggiormente rappresentativo, l’Osapp, chiede la convocazione di tutti i Comitati per l’Ordine Pubblico delle Province Pugliesi al fine di affrontare prontamente quanto sta avvenendo. Ma andiamo con ordine: gli episodi del carcere di Santa Maria Capua a Vetere e le immagini di alcuni poliziotti che hanno aggredito i detenuti rendendosi artefici di violenze inaudite per le quali dovranno rispondere nelle sedi competenti hanno generato un clima di odio in alcune fasce della popolazione che in vari episodi è stato sul punto di provocare vere e proprie aggressioni nei confronti del personale in divisa. Talvolta anche durante le prestazioni lavorative, mentre gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria erano impegnati nel servizio di traduzione dei detenuti.

‘Premesso che riguardo a ciò che è accaduto nella Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere – sostiene Ruggiero Damato, Segretario Regionale di Osapp Puglia -, noi ribadiamo la totale e indiscussa fiducia nella Magistratura che sta facendo luce su tali episodi, e dove si dovessero riscontrare responsabilità penali individuali, di eventuali abusi e pestaggi, l’Osapp già da subito si dice pronta a condannare senza se e senza ma gli autori, ritenendo tali episodi aberranti, intollerabili e penalizzanti di migliaia di uomini e donne della Polizia Penitenziaria, teniamo a ribadire che noi siamo un corpo sano, al servizio del Paese anche in condizioni disastrose’.

I poliziotti penitenziari dichiarano di non poter accettare di essere lasciati soli ad affrontare minacce interne ed esterne agli istituti di pena, sui social, con striscioni, e anche durante il servizio quando si svolgono incarichi esterni, in particolare presso ospedali, tribunali, centri diagnostici, su strade e autostrade con servizio di traduzione dei detenuti.

‘Facciamo presente – continua Ruggiero Damato – che in questo periodo si cerca di evitare di transitare il meno possibile in autogrill e stazioni di servizio sia per il rifornimento del carburante che per l’espletamento di bisogni fisiologici di poliziotti e detenuti trasportati, dal momento che veniamo guardati con disprezzo e raggiunti da frasi denigranti e offensive che per ovvie ragioni si fa finta di non sentire, essendo noi dei professionisti’.

Tuttavia è innegabile, dicono i rappresentanti dei lavoratori in divisa, che la questione diventi un fatto di ordine e sicurezza degna dell’attivazione di tutti i comitati di Sicurezza Pubblica delle Province, oppure visto che si tratta di una questione che coinvolge tutti i penitenziari pugliesi, ci si augura che si possa attivare almeno un Comitato Regionale.

‘Ricordiamo a noi stessi che la Puglia è una terra ad alto tasso di criminalità anche efferata; ricordiamo i fatti del marzo 2020 con un’evasione di massa di circa 70 detenuti, i casi di Trani, Bari, Taranto e Lecce. La questione è molto seria e delicata, e non crediamo che ci si possa permettere di non ascoltare l’allarme di uomini e donne della Polizia Penitenziaria’.



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