La richiesta degli avvocati: “Annullate i provvedimenti sul funzionamento delle cancellerie”

L’istanza è stata inviata alla presidenza del tribunale E in caso di mancato annullamento in autotutela, viene annunciato il ricorso al Tar.

Tribunale Civile, Via Brenta (ph. Davide Milone)

Chiesto il ritiro dei provvedimenti sul funzionamento delle cancellerie nel settore civile. E in caso di mancato annullamento in autotutela, gli avvocati annunciano il ricorso al Tar. L’istanza porta la firma del Presidente del Consiglio dell’ordine di Lecce, Antonio De Mauro, ed è stata inviata al Presidente del tribunale Roberto Tanisi ed alla Dirigente amministrativa, Alessandra Scrimitore.

Nell’atto si chiede di ritirare i documenti di settembre e novembre, entro il 17 di questo mese, in quanto, si legge nella richiesta, “Gli stessi sono viziati da profili di manifesta illegittimità, nonché irrazionalità ed irragionevolezza e sono al contempo gravemente lesivi dei diritti ed interessi dell’avvocatura”.

E nella giornata di venerdì scorso, al termine dell’assemblea straordinaria degli iscritti del Consiglio dell’ordine di Lecce, era stato proclamato lo stato di agitazione.

In particolare, gli avvocati lamentano di non avere libero accesso alle cancellerie, anche dopo il periodo di emergenza legato alla pandemia da covid 19. Tale situazione riguarda il tribunale civile di via Brenta, poiché non sono state riscontrate particolari criticità riguardanti il funzionamento e l’accesso alle cancellerie nel settore penale.

Intanto, nei giorni scorsi, c’è stato un tavolo di confronto con i presidenti di sezione e i direttori di cancelleria del tribunale civile, al termine del quale è stato trovato un accordo per la costituzione di un Osservatorio, composto dalle diverse rappresentanze che hanno partecipato alla riunione, per tenere aperto il dialogo tra uffici giudiziari ed avvocatura. Non solo, poiché dopo il confronto, è stato disposto l’accesso il libero alle cancellerie senza alcuna prenotazione tramite il servizio eliminacode, ma solo per tre giorni alla settimana e dopo aver compilato un modulo. Tale misura non è stato ritenuta sufficiente dal consiglio dell’ordine che ora potrebbe rivolgersi al Tar.