‘Ricicliamo’, a lezione di eco-sostenibilità all’Istituto ‘Antonietta De Pace’

Attraverso il progetto ‘Ricicliamo’, gli studenti dell’Istituto Antonietta De Pace di Lecce hanno realizzato un ulivo secolare con materiale di recupero, nonché una mostra fotografica e un mercatino eco-solidale. Stamattina, la presentazione presso l’Auditorium ‘Freccia’.

Ambiente ed eco sostenibilità si siedono sui banchi di scuola dell’Istituto Antonietta De Pace di Lecce. Grazie ad un progetto finanziato dalla Provincia, infatti, gli studenti – in collaborazione con “Jane Goodall Institute Italia” – hanno realizzato delle creazioni riciclando del materiale, dando dimostrazione di sensibilità alle tematica. Nel dettaglio, “Ricicliamo” consiste nell’addobbo, da parte degli alunni delle classi in indirizzo, di un ulivo secolare con materiale di recupero e l’allestimento di una mostra fotografica, nonché un mercatino il cui ricavato sarà devoluto ai bambini de “La casa dei bambini Sanganigwa” di Kigoma situata in Tanzania. «I ragazzi hanno realizzato un qualcosa di meraviglioso – ha dichiarato la preside Silvia Madaro Metrangolo ai microfoni di Leccenews24.it – i veri protagonisti sono loro».

La mostra, inoltre, rimarrà aperta dal 18 al 22 dicembre in orario scolastico e nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre dalle ore 16.00 alle ore 18.00. All’Inaugurazione della manifestazione – tenutasi presso l’Auditorium “Freccia” di via Miglietta – c’erano gli studenti delle classi IIIA, IV A e VB Grafico e VA Moda. Mentre invece i docenti coinvolti nella realizzazione della manifestazione – oltre alla referente del progetto, Ornella Garrisi, anche i proff. Serrone, Clodomiro, Colopi, Colazzo, De Judicibus, Mengoni, Valente e Riva. «Ci siamo confrontati con la realtà attuale mettendo in piedi un’impresa ONLUS simulata – ha sottolineato la prof. Garrisi – e realizzando dei lavori. I frutti, alla fine, sono sotto gli occhi di tutti». 

«Esiste ancora chi abbandona i rifiuti in zone verdi, oppure li getta per terra – rivela invece Daniela De Donno di Jane Goodall Institute Italia – pertanto, serviva porre i giovani di fronte ad una brutta verità. Noi, però, abbiamo preso il problema “per le corna”, attivandoci in prima linea per proporre un cambiamento».

 



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