Ricordi, emozioni e lettere dal fronte: la Grande Guerra raccontata ai giovani leccesi

Le celebrazioni in onore dei caduti durante la prima guerra mondiale sono anche a Lecce. Domani, presso la Caserma Zappalà, la generazione del 1999 incontrerà simbolicamente quella dei giovani soldati dell’epoca.

Impegniamoci ogni giorno a non dimenticare le storie di vita dei tanti ragazzi italiani – molti anche minorenni – morti in nome della patria. Riguardo alla ‘Grande Guerra’, oggi ne si viene a conoscenza solo attraverso materiale didattico. Un classico argomento da programma che occorre studiare nelle aule di licei e università. Manca però quel quid in più che riesca a coinvolgere meglio gli attuali studenti. Mancano le testimonianze dei diretti interessati, i ricordi, e soprattutto un contatto diretto con chi potrebbe fornire spunti preziosi. Colpa questa, probabilmente, di una generazione che non è riuscita a trasmetterne sensazioni, memorie e, purtroppo, le brutture di allora. Perché soltanto osservando in profondità il passato i giovani di oggi possono evitarne gli errori, costruendo meglio il futuro della società. Tale gap, dunque, deve essere colmato giorno dopo giorno, come fosse prassi consolidata non occasionale.

Ebbene, a partire da domani gli studenti classe ’99 avranno un contatto maggiormente emozionale con la storia grazie all’evento intitolato “La Grande Guerra. The youth across a century. Born in 1899 and 1999: closing the gap”, previsto presso la Caserma Zappalà del capoluogo salentino. L’iniziativa – presentata stamattina nella sala Giunta di Palazzo Carafa – è stata organizzata dal Comune di Lecce d’intesa con la Prefettura; dall’Università del Salento; dall’Esercito-Scuola di Cavalleria; dal Centro Studi Relazioni Atlantico-Mediterranee; da Intercultura Onlus; dall’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria. E con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, dell’Istituto Comprensivo “Italo Calvino” di Alliste, del Liceo Virgilio di Lecce, dell’Istituto d’Istruzione Secondaria A. De Pace di Lecce, di Francesco Piccolo dell’Associazione “La Busacca” e del critico musicale Eraldo Martucci, vicepresidente dell’Ico Tito Schipa.

«La nostra generazione è colpevole di un’adempienza – ha dichiarato in conferenza stampa il vicesindaco di Lecce, Carmen Tessitore – ovvero non aver saputo tramandare i ricordi della Grande Guerra, forse perché troppo presi dal secondo conflitto. La giornata vuole ricreare una dimensione spazio-temporale, riassaporando quell’epoca mediante vari richiami, tipo la lettura di alcune lettere dal fronte. Così facendo, i ragazzi coinvolti immagineranno, ad esempio, le emozioni di una madre che attendeva a casa il proprio figlio o marito».

La manifestazione segna l’avvio delle celebrazioni del centenario del primo conflitto mondiale ed apre i lavori del progetto didattico-sperimentale “Cento anni fa la Grande Guerra” proposto dal CESRAM. «È stato bello notare una sinergia interistituzionale che ha creato questa bellissima rete – sostiene Giuliana Iurlano, mediatrice del progetto e docente del Dipartimento di Studi Umanistici – diffusasi spontaneamente in tutto il territorio. Sarà bello vedere insieme genitori, nonni e bambini». Per il viceprefetto Beatrice Mariano invece è:«Da notare un notevole apporto di tutti con l’intento di trasmettere ai ragazzi, mediante la storia, una buona capacità di scendere nella profondità degli argomenti trattati. Nel triennio che verrà vogliamo trovare le migliori forme di comunicazione possibili».

Nel dettaglio, bisogna stimolare la riflessioni sul valore storico-sociale del ’15-’18, collegando idealmente due generazioni: quella del 1899 dei ragazzi caduti giovanissimi nel conflitto e quella del 1999. Non solo. Immagini di repertorio, brani musicali, racconto di storie ed esperienze di guerra degli eroi salentini caduti nelle missioni di pace. «Ricordare per non dimenticare il sacrificio di coloro che si sono ‘volenti e spesso anche nolenti’ sacrificati per difendere valori comuni della nostra collettività – dice il Colonnello Emanuele Lasalandra, presidente dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria – e la Grande Guerra ci ha dimostrato il carattere ed il valore degli italiani. Dobbiamo sottolinearne lo spirito davanti alla polvere mangiata nelle trincee per difendere la pace e la democrazia. E in ultimo, è necessario favorire l’incontro tra la società ed i cittadini in armi. Solo così l’Italia, e speriamo l’Europa, avranno le Forze Armate a loro immagine e somiglianza».



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