Tetti di spesa delle Asl pugliesi, i sindacati: ‘Attenzione, il rischio è che nel Salento non si possa stabilizzare il personale’

I sindacati temono che la rideterminazione del tetto di spesa del personale sia indirizzata a sanare la differenza negativa alla quale si sono esposte le Asl che hanno sforato. penalizzando quelle virtuose come la Asl di Lecce.

In materia di rideterminazione e riparto del tetto di spesa per il personale delle Asl della Puglia e degli enti del sistema sanitario regionale i sindacati del comparto della Sanità temono che al danno si possa aggiungere la beffa. Chiedono pertanto una particolare attenzione da parte degli uffici regionali competenti, al fine di fornire alla Asl di Lecce gli strumenti economici per poter colmare il gap di fabbisogno economico per la completa definizione delle fasi di stabilizzazione del personale rientrante nell’effettivo fabbisogno di risorse umane indispensabile nella ordinaria assistenza sanitaria in base ai previsti Lea. Se non viene implementato il tetto di spesa per il personale nella giusta maniera, infatti, si corre il rischio che il personale sanitario salentino da stabilizzare, coloro che fino a ieri quando c’era la paura della pandemia abbiamo chiamato ‘eroi’ o ‘angeli custodi’,  riceverà l’ennesima beffa e l’Asl di Lecce non potrà stabilizzare tutto il personale nei tempi previsti.

La paura di Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Fsi Usae, Fials e Nursind è che l’Asl di Lecce subisca la stessa beffa ricevuta nella precedente rideterminazione del tetto di spesa adottato dalla Regione con D.G.R. 1896 del 22.11.2021 quando, a fronte di circa €18.000.000 di incremento, si assegnò alla Asl di Lecce la somma di €. 678.000 con la quale si è del tutto relegato la stessa asl – secondo i sindacati – ad una forzata paralisi sul reclutamento del personale.

Va detto che l’Asl di Lecce è stata insieme a quella di Bari e di Foggia insieme all’Irccs De Bellis tra le poche a non sforare il tetto di spesa, anzi ha fatto delle economie. Ma il rischio adesso sta nel fatto che per colmare lo splafonamento delle altre, ci sia una rideterminazione dei tetti di spesa che penalizzi ancora Via Miglietta.

La nota del Sindacato

“Risulta necessario evidenziare come la Regione Puglia – scrivono Polimeno, Piccinno, Riso, Perrone, Gentile e Accogli –  in previsione di una ulteriore rideterminazione del tetto di spesa del personale delle Asl e degli Enti del SSR, tenga conto del virtuosismo di chi non ha sforato e, nel contempo, ridetermini i tetti di spesa tenendo conto della effettiva esigenza della Asl di Lecce, nonché proporzionalmente alla popolazione residente, in previsione della ulteriore spesa necessaria alle previste Stabilizzazioni del Personale ex L. Madia e Legge di Bilancio 2022 che, vede in questa fase interessare circa 460 dipendenti oltre una platea di circa 271 senza copertura del PTFP.

A tali numeri, si deve sommare la prevista immissione in ruolo di circa 28 infermieri e 14 Oss ai sensi dell’art. 30 co. 2 Bis del D.lgvo 165/2001; di 25 infermieri a tempo determinato e di ulteriori 15 infermieri in comando ex art. 20 Ccnl 20.9.2001.

A fronte di tale impegno, la spesa prevista si attesterebbe a regime a circa €.6.500.000 oltre oneri sociali, somma che si chiede venga assegnata in sede di rideterminazione, oltre la previsione di assegnazione di una ulteriore somma pari ad €.5.000.000 comprensiva di oneri sociale, derivante dalla mancata assegnazione dei fondi del Decreto Calabria.

L’ aspettativa delle scriventi, in sostanza, è quella che, l’eventuale rideterminazione del tetto di spesa del personale non sia solo indirizzata a sanare la differenza negativa alla quale si sono esposte le altre Asl. penalizzando quelle virtuose come la Asl di Lecce’.



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