
Buone notizie per circa 5mila lavoratori del settore calzaturiero in provincia di Lecce: dopo sette mesi di trattative, è stato finalmente raggiunto l’accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro. L’intesa, che interessa circa 75.000 addetti a livello nazionale, avrà vigenza dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026.
Aumenti salariali e miglioramenti sul welfare
Tra i punti principali del nuovo contratto, un aumento medio sui minimi salariali (Tem) di 191 euro, erogato in tre tranche: 90 euro dal 1° agosto 2024, 51 euro dal 1° agosto 2025 e 50 euro dal 1° agosto 2026. Per il primo livello, l’incremento complessivo è pari a 289,90 euro, con la paga oraria minima che supera i 9 euro.
Sul fronte del welfare, si segnala un aumento di 3 euro del contributo aziendale al fondo sanitario integrativo Sanimoda, per un totale di 15 euro mensili per dipendente a partire dal 1° gennaio 2026. Previsto anche il versamento di 2 euro mensili da parte delle aziende per la copertura LTC (non autosufficienza) a partire dal 1° gennaio 2025 e un aumento dello 0,04% del contributo aziendale per la premorienza e l’invalidità permanente nell’assicurazione Previmoda a partire dal 1° aprile 2025.
Soddisfazione tra i lavoratori

“Il contratto appena rinnovato – afferma Sergio Calò, Segretario Generale Femca Cisl Lecce – risponde alle esigenze economiche e normative dei lavoratori salentini che da mesi soffrono la profonda crisi del settore con lunghi periodi di cassa integrazione e molteplici sacrifici. Valorizzeremo nelle assemblee tra i lavoratori l’impegno delle segreterie nazionali e della Femca Cisl in particolare anche per l’importante traguardo di aver portato il 1° livello contrattuale sopra i 9 euro, dimostrando tutela vera e concreta dei lavoratori attraverso la contrattazione e lasciando parole e movimentismo sul salario minimo alla politica e ad altri”.
Un segnale importante per il settore
Il rinnovo del CCNL rappresenta un segnale importante per il settore calzaturiero, che punta a valorizzare il lavoro e le professionalità degli addetti e a contrastare l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione. Un passo avanti importante per tutelare e sostenere i lavoratori in un momento delicato per l’economia.