Ossa animali vicino all’altare del tempio attribuile alla dea Minerva: ancora scoperte a Castro

Ulteriori prove archeologiche secondo cui l’altare ritrovato a Castro, sarebbe attribuibile alla Dea Minerva. Illustrati i risultati in conferenza stampa dal direttore scientifico degli scavi, prof. Francesco D’Andria.

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Enea è un personaggio mitologico, protagonista dell’Eneide enunciata dal poeta e filoso Virgilio. Il viaggio del “principe dei Dardani” nel Mediterraneo terminò nel Lazio e ciò gli permise più avanti, secondo i racconti mitologici, di divenire il progenitore del popolo romano. Il primo approdo, pare, avrebbe avuto come luogo fisico – in base ad una interpretazione dei versi di Virgilio – la costa salentina. Al di là della leggenda e del fascino surreale che essa suscita nell’immaginario collettivo, a Castro cominciano a sorgere alcuni spunti interessanti. Dei ritrovamenti archeologici che, se non altro, confermano il forte impatto dell’opera virgiliana sul territorio. Nel meraviglioso comune salentino, infatti, è stato recentemente scoperto l’altare attribuibile al tempio della dea Minerva. Sarà proprio questa la “rocca con il tempio di Minerva”, raccontata da Virgilio, in cui Enea trovò rifugio dopo la fuga da Troia? Chissà. Nel frattempo, i risultati di tale meravigliosa testimonianza storica hanno avuto modo di essere illustrati stamattina – presso la Sala Stampa di Palazzo Adorno, a Lecce – direttamente dal professor Francesco D’Andria, direttore scientifico degli scavi.

I sacrifici

Il prof. D’Andria elenca, anzitutto, alcune ulteriori prove, spiegando un po’ la sfera sociale del luogo: “L’altare si trova davanti, poiché la sua funzione era quella di sacrificare gli animali per la Dea Atena. Solo buoi e pecore, ma non i suini, che invece venivano offerti ad altre divinità. Una volta sacrificato l’animale, le parti venivano divise; la testa e la zona inferiore delle zampe erano quelle dedicate. Abbiamo trovato le teste dei buoi e gli arti inferiori, poiché per il resto i fedeli allestivano una specie di focolare dove arrostivano le carni”.

Sorge, adesso, la necessità di uno spazio: “Noi con queste ossa potremmo allestire un posto in cui raccontare tutto ciò. Quelle che abbiamo trovato, le ricollochiamo per far vedere com’erano deposte. Si possono anche fare delle sagome degli animali sacrificati. Ma anche fisicamente, le mascelle di buoi e pecore, ne abbiamo trovate centinaia. La gente che viene per visita è entusiasta”.

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Conferenza stampa sui risultati dei ritrovamenti archeologici a Castro

Gli altri ritrovamenti

Castro – prosegue D’Andria – è un luogo di ritrovamenti unici, in quanto si tratta dell’unico altare ritrovato in Puglia. Questa struttura a blocchi, che doveva essere lunga per circa 8 metri, conteneva dei sacrifici. Come tali ossa venivano usate, lo stiamo ancora studiando. In un’altra zona del santuario c’erano invece le costole degli animali. Metà sull’altare, poi accanto le persone cucinavano e consumavano. Un’azione molto concreta che però avveniva nella dimensione del sacro. Una dimensione che ogni giorno ci sta restituendo qualcosa. La gente comune andava nel santuario e offriva la libagione del vino nelle coppette, e davvero ne abbiamo trovate a migliaia. Oppure le sculture di avorio, che probabilmente provengono dalla Macedonia, una materia preziosissima”.

Insomma, se gli scavi proseguissero sarebbe una bella fetta di storia che riemergerebbe: “Questo è quello che abbiamo già, ma più in là ci sarebbe da scoprire il tempio. Si trova sotto il lotto di terreno affianco a quello dove abbiamo scavato. Rinunciare in questo momento ai lavori – conclude il prof. D’Andria – sarebbe veramente autolesionistico. Spero che ciò non avvenga, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale”.

“A Castro non solo turismo balneare”

Presenti anche Filomena D’Antini, in rappresentanza istituzionale e politica della Provincia di Lecce, ed Alberto Capraro, vicesindaco di Castro: “Ringrazio il professore D’Andria ed il suo team per il lavoro svolto”, ha detto Capraro. “Noi continueremo con questi interventi sul territorio, poiché riteniamo che Castro non sia soltanto destinazione di turismo balneare, c’è ancora tanto da scoprire. Abbiamo risorse straordinarie dal punto di vista storico. Cercheremo di trovare ulteriori spazi, in quanto la famiglia di reperti si allarga. Sarà orientato qui il nostro impegno, promuovendo la propria storia, ma soprattutto creandola”.

Il mito di Enea nel Salento

Il prof D’Andria, inoltre, ha pure raccontato alcuni aneddoti del mito di Enea nel Salento: “Enea è talmente importante come eroe, e Virgilio ancora di più, che tutte le città del Salento dal ‘500 hanno fatto una guerra tra di loro per dire ‘Siamo noi il luogo dove è sbarcato Enea’. Il Galateo, ad esempio, scrive che è sbarcato a Brindisi; a Otranto, invece, esiste il colle della Minerva; poi c’è pure Porto Badisco e, soprattutto, Santa Maria di Leuca. Al santuario di Maria lì sorge una targa in cui si dice che in questo luogo sorgeva il tempio di Minerva di cui parla Virgilio. E addirittura che qui Pietro sbarcò, distrusse il tempio per poi costruire il santuario della Vergine Maria. Anche Castro era candidata, ma non c’era la prova archeologica, ora invece trovata”.