Due assemblee in cinque giorni, genitori in rivolta contro gli insegnanti: ‘festeggiano San Martino?’

Parole troppo dure quelle dei genitori contro la categoria dei docenti, bistrattata non solo economicamente. Il casus belli due assemblee sindacali in 5 giorni

Per carità, il diritto di assemblea sindacale è un diritto sacrosanto, disciplinato dallo Statuto dei lavoratori (la famosa legge 300 del 1970) il quale, all’art. 20, prevede il diritto dei lavoratori a riunirsi, nell’unità produttiva in cui prestano la loro opera.

Giusto, quindi, che gli insegnanti si riuniscano nelle scuole, mandando a casa gli alunni, per discutere di ciò che non va e per provare a dare suggerimenti a soluzioni ad un comparto strategico per il presente ed il futuro della Nazione dal momento che l’educazione e la cultura dei nostri giovani passa proprio dalle scuole di ogni ordine e grado.

Secondo molti genitori si tratta però di una vera e propria esagerazione quella di convocare due assemblee nell’arco di cinque giorni (una il 5 novembre scorso, l’altra il prossimo 11 dello stesso mese), mettendo in difficoltà le famiglie che, soprattutto in presenza di figli piccoli, contano anche sul sistema scolastico per l’organizzazione della loro vita.

Non è facile portare i figli a scuola alle 8.00 e riandarli a prendere alle 10.00 o alle 11.00 (in alcuni istituti scolastici del territorio si è addirittura fissata l’ora di uscita alle 9.30) perché ciò significa mettere in difficoltà le famiglie.

Non tutti possono contare sui nonni, sul loro sostegno anche per queste faccende organizzative. Non tutti hanno la possibilità di lasciare a piacimento i loro posti di lavoro per scappare all’uscita delle scuola in orari al centro della mattinata.

In rete monta così il disagio. In tanti hanno scritto alla nostra redazione. ‘Anticipano San martino?’ si chiedono quelli che hanno un diavolo per capello. Qualcuno in forma meno garbata se la prende con i professori, ritenendoli addirittura categoria sindacalmente troppo protetta che esagera con queste forme di protesta (e giù la tiritera sui tre mesi di vacanza estiva…).

Sappiamo perfettamente che le cose non stanno così, che la figura dei docenti andrebbe rivalutata e riconsiderata molto più di quanto non succeda (e non solo a livello economico), ma è pur vero che talvolta gli scioperi e le assemblee se non adeguatamente spiegate e comunicate al resto della società civile si trasformano in un boomerang per chi protesta che oltre a non essere capito e ascoltato diventa anche inviso.

Certamente gli studenti più grandicelli non si dispiaceranno e non avranno problemi ad organizzarsi. Sta di fatto che, al netto di ogni filosofia, l’11 mattina, nel giorno di San Martino, le famiglie si dovranno organizzare e correre ai ripari. C’è chi non accompagnerà i propri figli già dalla prima ora e chi dovrà mettere mno agli impegni di lavoro per modificare la propria agenda.

Il diritto d’assemblea sindacale è sacro. Speriamo che venga usato nella maniera più adeguata per cui è stato pensato dal Legislatore.



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