È una meta molto ambita per molti credenti Medjugorje ed anche ai tempi del coronavirus non ha perso la sua attrattiva, nemmeno tra i salentini. Partito da Trepuzzi, in provincia di Lecce, P.C. è stato protagonista di una (dis)avventura, una vera e propria odissea per raggiungere la piccola cittadina in Bosnia Erzegovina.
Non è di certo facile viaggiare di questi tempi e sono tantissimi gli accorgimenti da prendere per spostarsi da un Paese all’altro. Ed era quello che pensava di aver fatto, il 48enne del comune salentino che si è avventurato in terra straniera per recarsi presso il luogo spirituale. Giunto in Croazia in traghetto ha subito passato i controlli alla prima dogana: niente Covid, come certifica il documento che attesta il tampone negativo.
Da Dubrovnik in Croazia è partito in direzione di Megjugorje a bordo di un bus, ma è qui che la storia si complica. Arrivato al confine con la Bosnia Erzegovina, c’è ovviamente un’altra dogana da superare ed al controllo dello sguardo attento del poliziotto croato qualcosa doveva essere fuori posto. Il viaggiatore salentino ha, dunque, presentato il documento che è stato subito rifiutato. Come racconta alla redazione di Leccenews24, il sospetto è che il poliziotto volesse dei soldi, come sono soliti chiedere agli stranieri.
Rifiutato il documento, P.C. non ha avuto altra scelta: è sceso dal bus, nel mezzo del nulla, abbandonato a se stesso. È così che si è messo a camminare fino al villaggio più vicino, determinato a proseguire il suo viaggio. Dopo 4 o 5 chilometri di scarpinata, l’uomo è riuscito a raggiungere un centro abitato dove la fortuna ha voluto che incontrasse qualcuno che parlava italiano.
Dietro compenso, è arrivato l’aiuto da parte dell’uomo del posto: per prima cosa, come mostra la foto, il protagonista della disavventura si è recato presso un ATM prelevare. Solo così è riuscito a prendere un altro mezzo e, finalmente, il 48enne di Trepuzzi ha raggiunto la tanto ambita meta. È subito arrivata poi la protesta formale all’ambasciata italiana in Bosnia Erzegovina per il trattamento ricevuto. Si conclude così l’odissea di un salentino verso Medjugorje.