Sciopero Telecomunicazioni: adesione massiccia nel Salento, rabbia per il mancato rinnovo del CCNL e per il dumping salariale

Lo sciopero del 31 marzo è solo l’inizio di un percorso di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori del settore delle Telecomunicazioni.

Una giornata di forte mobilitazione ha segnato il settore delle Telecomunicazioni nel Salento, con un’adesione allo sciopero nazionale indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che ha sfiorato il 70%. Lavoratrici e lavoratori hanno incrociato le braccia, dando vita a un presidio determinato per rivendicare il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), scaduto il 31 dicembre 2022.

Rabbia e determinazione: le parole di Fistel Cisl Lecce

“Senza una pronta convocazione per discutere di aumenti salariali, le iniziative sindacali di oggi saranno l’inizio di un percorso di mobilitazione ancor più ampio”, ha dichiarato Ahise Tarantino, Coordinatore Territoriale di Fistel CISL Lecce. “Oggi è emersa con forza la rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori del settore delle Telecomunicazioni per il fortissimo ritardo per il rinnovo del CCNL”.

Tarantino ha denunciato la “tempesta perfetta” che sta colpendo il settore: da un lato, aziende che si rifiutano di affrontare le richieste economiche dei lavoratori, dall’altro, aziende che sfruttano la situazione per imporre contratti al ribasso, praticando dumping salariale. “Bisogna evitare che ci siano aziende che con il medesimo committente riescano ad ottenere, grazie alle gare di appalto, i contratti per via del fatto che sono in dumping salariale. Per noi l’unica piattaforma contrattuale resta e rimane quella prevista dal Contratto Collettivo Nazionale. Non ce ne possono e non ce ne devono essere altre a danno e sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori!” ha sottolineato il coordinatore.

La questione salariale al centro della mobilitazione

Il confronto tra sindacati e controparti datoriali, che aveva registrato progressi su temi normativi e di organizzazione del lavoro, si è bruscamente interrotto quando si è arrivati a discutere gli aumenti salariali. La piattaforma sindacale rivendica un aumento di 260 euro, cifra considerata necessaria per compensare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Un settore strategico in difficoltà

La mobilitazione ha coinvolto lavoratori di grandi Telco, aziende della Rete, del mondo dell’IT e dell’ICT, e del comparto del Crm/Bpo, un settore che conta circa 100 mila addetti in Italia. Nonostante la sua importanza strategica e la crescente domanda di connettività, il settore continua a subire perdite di ricavi a causa di politiche industriali inadeguate e gestioni aziendali poco lungimiranti.

“Non possono essere i diritti e il salario di lavoratori che, anche in piena emergenza sanitaria, hanno garantito il diritto alla connettività all’intera popolazione, a pagare il prezzo di una politica poco lungimirante e di gestioni manageriali fallimentari”, ha concluso Tarantino.

La lotta continua

Fistel Cisl Lecce ha ribadito la determinazione a proseguire la mobilitazione fino a quando non verranno ottenute risposte concrete sul rinnovo del CCNL e sugli aumenti salariali. Lo sciopero del 31 marzo è solo l’inizio di un percorso di lotta che vedrà le lavoratrici e i lavoratori del settore delle Telecomunicazioni uniti e determinati a difendere i propri diritti.



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