Trasporto pubblico urbano, venerdì 17 giugno 3 ore di sciopero dei lavoratori. Ma il Sindacato si spacca

L’astensione del personale iniziarà alle 9.30 per terminare alle 12.30.  Saranno garantiti comunque, come previsto dalla legge, i servizi minimi

Previsto per domani 17 giugno uno sciopero di tre ore del personale che presta servizio nel trasporto pubblico urbano dalle 9.30 alle 12.30.  Saranno garantiti comunque, come previsto dalla legge, i servizi minimi aziendalmente programmati. S.G.M. comunica che l’astensione dal lavoro riguarderà anche altre lavoratori che a vario titolo si occupano della mobilità nella città di Lecce. Per la precisione, si asterrà per tre ore dall’inizio del turno  il personale restante (uffici, officine, depositi, rimesse, ausiliari della sosta, segnaletica, rimozione): 3 ore dall’inizio del turno e infine gli ausiliari della sosta (turno pomeridiano, ultime 3 ore).

Le motivazioni

Le motivazioni dello sciopero sono collegate al fatto che domenica i1 2 giugno è entrato in vigore il nuovo orario e i nuovi percorsi dei bus urbani. “Lavoratori usati come parafulmini”, dicono Filt Cgil, Uil Trasporti e Ugl. La denuncia dei sindacati è molto chiara: “In vista peggioramento delle condizioni di lavoro e busta paga più leggera”.

Il nuovo piano della mobilità

Insomma, il nuovo piano della mobilità urbana a Lecce appena è entrato e già ha creato vari problemi all’Amministrazione Salvemini che lo ha licenziato. In sede di conferenza stampa di presentazione, sindaco e assessori avevano posto grande fiducia nel nuovo sistema di trasporto pubblico urbano: “Il nuovo programma TPL, sviluppato momentaneamente nell’ambito del chilometraggio annuo attualmente riconosciuto dalla Regione Puglia (1.560.000 km), ridisegna interamente i percorsi delle linee degli autobus cittadini, garantendo in maniera più efficiente il collegamento tra quartieri, frazioni e marine con il centro città, riorganizza gli orari del servizio, potenzia i collegamenti con i nodi di interscambio e le aree parcheggio (Foro Boario, Settelacquare e Stazione Ferroviaria)”.

Le perplessità di cittadini e sindacati

Ma a non pensarla così sono stati in tanti, ad iniziare dai genitori degli alunni della scuola elementare Cesare battisti di Lecce che hanno criticato la scelta di sotituire 40 stalli per il parcheggio delle auto in Via Costa (dove si affaccia la scuola) con 5 stalli per bus, diventando quella strada che collega via Cavallotti e via XXV Luglio una sorta di capolina per le circolari.

Nemmeno i sindacati, poi, lo hanno accolto con grande entusiasmo: “Una bella idea che però non tiene conto delle esigenze dei lavoratori. Con il nuovo piano di esercizio la situazione dei lavoratori si complica, perché gli operatori saranno sottoposti ad una maggiore forma di stress”.

Il parere dei sindacati

Filt-Cgil, UilTrsporti e Ugl-Autoferro hanno apprezzato il tentativo di incentivare l’uso del servizio di trasporto pubblico, ma dal punto di vista strettamente sindacale hanno letteralmente bocciano il piano: “L’entusiasmo che aleggia intorno al piano si scontra con il peggioramento delle condizioni di lavoro degli autisti e la riduzione, a conti fatti, del salario. Ci auguriamo di sbagliare, ma la situazione peggiorerà”, dicono i segretari Fabrizio Giordano (Filt), Francesco Demarindis (Ultrasporti) e Dario Loporchio (Ugl-Autoferro). “È facile prevedere un sicuro peggioramento delle condizioni di lavoro, che già si svolge su mezzi a volte non dotati di aria condizionata. Avrà sicuramente un peso l’incremento del turno di lavoro spezzato, che sempre complica la vita ai lavoratori. E poi proprio lo ‘spezzato’ costringerà molti dei circa 70 autisti Sgm a sostare per diverso tempo in aree non attrezzate con sala-sosta e servizi igienici. Infine Sgm, attraverso una nuova turnistica, intende disattendere una parte importante dell’accordo di secondo livello che ha fin qui garantito ai lavoratori di ottenere il pagamento del lavoro straordinario: ciò comporterà una sensibile riduzione della retribuzione mensile. Una beffa se si considera che nelle tasche dei lavoratori manca ancora il premio di risultato saltato negli ultimi anni a causa della pandemia. Infine anche la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita privata subirà un contraccolpo, atteso che il piano non prevede più la riduzione delle corse di domenica, parificando di fatto il festivo al giorno feriale”.

Il fronte sindacale tuttavia non è certamente compatto. Dalla protesta si sfilano Fit Cisl e Faisa Cisal.

Giovanni Conoci (Segretario Generale Cisl Fit Lecce) e Antonio Rizzini (Segretario Generale Faisa Cisal Lecce), in merito alla contrattazione di II livello esultano per la sottoscrizione dell’accordo che significa premio di risultato per chi lo accetterà. Parole dure quelle espresse poi nei confronti delle altre sigle sindacali::

«Dopo due estenuanti riunioni, con la contrapposizione delle altre sigle sindacali, siamo riusciti a portare a casa la contrattazione di II livello in SGM, dando la possibilità ai nostri iscritti e a tutto il personale che individualmente vorrà aderire di poter percepire il Premio di risultato 2022 e continuare a percepire regolarmente anche gli emolumenti rivenienti dal contratto di II livello scaduto il 31/12/2021. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando è per noi motivo di soddisfazione poter dare la possibilità di accedere al Premio di risultato ai lavoratori che rischiavano di non poterlo prendere arrecando un danno economico alle proprie famiglie. Il tutto per dei contrasti interni alle sigle sindacali che non hanno voluto riconoscere il momento cruciale che sta attraversando l’Azienda, tenendo presente il quale i lavoratori hanno sempre svolto il proprio lavoro regolarmente e con professionalità per garantire un servizio pubblico alla cittadinanza. Alla nostra proposta (vedi verbale del 14 giugno) di far decidere, a voto universale segreto (referendum), tutti i lavoratori di SGM se accettare o meno la proroga del contratto di 2° livello (PREPOST, Agente Unico, indennità biglietti, ecc.) in uno con la proroga del premio di risultato anche per l’anno 2022, le altre organizzazioni sindacali, incuranti del danno che avrebbero certamente procurato ai bilanci familiari dei propri iscritti, hanno risposto, ostinatamente, con un secco “no”. Non vogliamo qui addentraci sui reali motivi di tanta ostinazione. Tuttavia non ci resta altro se non supporre il malcelato loro timore di essere smentiti dai lavoratori che, nel chiuso del seggio elettorale, avrebbero potuto, a maggioranza, obbligarli a fare un passo indietro»



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