
Condividendo le tesi sostenute in giudizio dagli avvocati Pier Luigi Portaluri e Giorgio Portaluri, la prima sezione del Tar Lecce – Presidente Antonio Pasca, estensore Elio Cucchiara – ha stabilito che nella normativa regionale non vi è una generale preclusione alla possibilità di realizzare edifici destinati alla residenza in zona agricola anche in assenza di un’attività agricola condotta in forma imprenditoriale; a questo fine, bisogna invece tenere a riferimento le concrete previsioni del piano regolatore comunale.
Nel maggio del 2024 il proprietario di un terreno agricolo nel territorio di Racale, ha chiesto a quel Comune il rilascio di un permesso di costruire per realizzare un edificio destinato alla residenza.
L’uomo non era un imprenditore agricolo, né su quel terreno era attiva un’impresa agricola. Il proprietario intendeva comunque – sia pur a carattere personale – condurre comunque la coltivazione dei terreni.
Il Comune ha negato il rilascio del titolo edilizio richiesto sostenendo che la disciplina regionale impedirebbe, in linea generale, l’edificazione di edifici residenziali in zona agricola non a servizio dell’impresa agricola.
Avverso questo provvedimento negativo è insorto il cittadino, assistito dagli avvocati Portaluri, il quale ha sostenuto che non vi sarebbe oggi alcuna generale preclusione regionale all’edificazione di fabbricati residenziali in zona agricola, dovendosi invece tenere a riferimento le specifiche norme del piano regolatore comunale.
Nel caso di Racale, il piano regolatore comunale non conterebbe alcuna preclusione sul punto.
Condividendo le tesi sostenute legali, il Tar Lecce ha espressamente riconosciuto la possibilità di edificare fabbricati di carattere residenziale anche non direttamente legati all’esercizio dell’attività imprenditoriale.
In particolare, i giudici hanno messo in evidenza le specifiche norme del piano regolatore comunale, le quali non impongono affatto al privato cittadino di avere il requisito soggettivo di imprenditore agricolo per poter edificare in quelle zone.
Soddisfazione dei difensori poiché la sentenza ha finalmente chiarito le modalità con le quali deve essere affrontata l’annosa tematica delle possibilità edificatorie nelle aree agricole.