Sfrattato da casa per morosità, non riceve la documentazione Inps per la verifica dell’invalidità e perde la pensione

Difficile la situazione di due fratelli obesi di Trepuzzi, sfrattati per morosità. Uno di loro riceve anche la sospensione della pensione d’invalidità.

Una situazione che ha dell’assurdo, del paradossale. A raccontarcela è il presidente dell’associazione Pronto Soccorso dei Poveri, Tommaso Prima.

Due fratelli obesi di Trepuzzi, Maurizio di 45 anni e Massimiliano di 38, percepivano entrambi una pensione minima di invalidità, unico loro sostentamento, ed hanno ricevuto tempo fa una lettera di sfratto per morosità.

I due fratelli, con due pensioni minime, non riuscivano a garantire il pagamento del canone d’affitto mensile. Così, è arrivato lo sfratto e i due sono stati costretti a trovare un posto dove dormire, chiedendo ospitalità temporanea ad amici o parenti.

Al danno anche la beffa

Uno di loro, Massimiliano, non avendo comunicato all’Inps alcun domicilio, non ha ricevuto le due raccomandate inviate dall’Istituto di previdenza in cui si richiedeva la presentazione delle certificazioni utili ai fini della rimodulazione della pensione.

Dalla direzione dell’Inps, infatti, allo scopo di stanare i falsi invalidi, periodicamente arrivano verifiche utili ad accertare il permanere delle condizioni di invalidità. Una pratica che ha i suoi motivi, provocati dai furbetti che hanno causato diversi danni alle casse Inps negli anni, ma che provoca non pochi disagi a chi vive -senza se e senza ma – in condizioni di disabilità, con tutto ciò che questo comporta.

E così, Massimiliano, non ricevendo le comunicazioni del caso, non si presenta per gli esami di routine. Subisce, pertanto, una sospensione della pensione con annessa richiesta di restituire quanto percepito nel periodo precedente il provvedimento di sospensione.

Iter da rifare

Ed ora? Vanno rifatte tutte le visite e gli incartamenti per poter nuovamente vedersi riconosciuta la pensione (se pur minima da 280 euro mensili) con tutte le problematiche di deambulazione e non solo, con l’obbligo di presentarsi dinanzi alla Commissione Asl prima e alla Commissione Inps poi.

“Non è giusto che a causa della rimodulazione dei parametri prevista dall’Inps per stanare i falsi invalidi, ne vadano di mezzo le persone per bene, che vivono ogni giorno in grandi difficoltà” afferma Tommaso Prima “E soprattutto non trovo giusto che il rinnovo valga a volte appena pochi mesi, nemmeno anni”.

Un’ingiustizia, dobbiamo purtroppo dire, vecchia come il mondo e a cui le Istituzioni dovrebbero porre rimedio.



In questo articolo: