Si parla di omosessualità, ma non dal sagrato della chiesa. Giornalista affronta il tema in strada

Il giornalista salentino Danilo Lupo avrebbe dovuto parlare di omosessualità su di un palco allestito lungo il sagrato della chiesa, a Manduria. Pare perè² che i francescani non fossero d’accordo.

Tantissimi colleghi, ma anche amici e utenti, esprimono su Facebook solidarietà  e sostegno al giornalista di Telerama, Danilo Lupo – conduttore del programma d'inchiesta da lui curato, "L'Indiano" – invitato ieri ad intervenire in merito alla tematica "carceri sessuali e libertà di essere" durante la festa del quotidiano on line Lavocedimanduria. Pare, però, che poche ore prima – come racconta lo stesso collega – i frati francescani che reggono la chiesa non abbiano ritenuto opportuno far affrontare un argomento del genere proprio sul sagrato della chiesa, cioè dove era allestito il palco. "Hanno fatto sapere agli organizzatori di non gradire l'intervento nella loro proprietà" – scrive sempre Danilo Lupo sul suo profilo. 

"Sei gay? Il prete ti nega il palco" – continua Danilo. Così, davanti ai mille spettatori manduriani, l'intervento è proseguito ugualmente; non sul palco negato, bensì sulla pubblica via. Ed infine è stato dedicato a cristiani perseguitati in Iraq e che non vogliono nascondersi. "Perché,come diceva Rosa Luxembourg, 'ibertà è libertà per l'altro". 

Lo stesso direttore del portale manduriano, Nazareno Dinoi, interviene con un articolo sulla questione, definendo questo divieto di parlare di omosessualità dal sagrato della chiesa di Sant'Antonio come "unica nota (molto) stonata ieri nella prima serata della nostra festa". "Un tema, quello della omosessualità – si legge sempre nel suo pezzo scritto su lavocedimanduria.itritenuto quindi inopportuno dall’autorità religiosa che a poche ore dall’inizio dell’evento ci aveva chiesto di censurare l’intervento del nostro collega gay, Danilo Lupo".

Oltretutto, Il tema di questa quinta edizione della Festa della Voce di Manduria è proprio quello della libertà sotto ogni sua forma. "Non potevamo impedire ad un omosessuale, come a chiunque altro, di prendere la parola. Così abbiamo deciso di non cambiare la scaletta facendo intervenire il nostro collega in un altro luogo che non fosse il sagrato della chiesa". In tal modo, Danilo Lupo ha  parlato tra il pubblico davanti ad una platea gremita di "persone attente che sono rimaste senza parole ad ascoltarlo". 

Sul sito trnews.it, perlatro, è possibile leggere il commento dello stesso Danilo Lupo: "La censura e la chiusura sono sempre sbagliate: tanto più sbagliate se provengono da chi si propone come guida morale delle nostre comunità. La chiesa dovrebbe favorire il dialogo e l’incontro, come sta facendo in questi giorni un figlio del Salento, monsignor Filoni, inviato in Iraq per tutelare i cristiani perseguitati per ciò che sono e che non vogliono nascondere di essere. Papa Francesco di recente ha detto: chi sono io per giudicare? Evidentemente, i frati di Manduria la pensano diversamente”. 



In questo articolo: