“Mia figlia Sofia ha un tumore”. Giuseppe chiede aiuto al suo Salento

Il disperato appello di Giuseppe Rizzo, originario di Corigliano d’Otranto e della moglie Letizia, genitori di una bambina di soli 3 anni che ha scoperto di avere una grave forma di tumore all’addome

“Sono Giuseppe, originario di Corigliano d’Otranto in provincia di Lecce, sono sposato con Letizia, una meravigliosa donna spagnola, da qualche anno viviamo a Utrera una cittadina alle porte di Siviglia in Spagna. Siamo i genitori di Sofia, una principessina di 3 anni. Tra fine gennaio e l’inizio di febbraio, la nostra Sofia ha iniziato a manifestare dolori intestinali, gonfiore alla pancia e alle gambe. Portandola in ospedale abbiamo scoperto che ha un Neuroblastoma, un tumore all’addome. Da quel giorno è iniziato il nostro calvario e l’inferno è subentrato nella nostra vita. Ci affidiamo a voi, al mio territorio di origine, al Salento, agli amici, conoscenti e non… a chiunque può in qualche modo donare un contributo economico, vi siamo grati per qualsiasi donazione riusciste a fare. Da genitori disperati per ciò che stiamo vivendo, vi chiediamo di aiutarci e sostenerci economicamente con quello che potete”.

È un appello disperato quello di Giuseppe Rizzo, originario di Corigliano d’Otranto e della moglie Letizia, genitori di una bambina di soli 3 anni che ha scoperto di avere una grave forma di tumore all’addome.

La coppia vive in Spagna. Dal giorno in cui hanno avuto quella terribile notizia è iniziato un vero e proprio calvario: dopo aver contattato degli specialisti ed essere stati all’Ospedale Universitario Virgen del Rocío di Siviglia, Giuseppe e Letizia hanno avuto una consulenza anche a Barcellona presso l’Ospedale Sant Joan che ha confermato la diagnosi.

Nonostante l’emergenza e i tempi lunghi dovuti soprattutto al coronavirus, Sofia è stata sempre seguita dall’equipe di medici dell’ospedale di Siviglia. Ma i costi per sostenere spostamenti, visite e spese sanitarie sono veramente tanti. Troppi.

“Ora siamo in grosse difficoltà economiche – dicono i genitori – anche perchè con il lockdown non abbiamo più lavorato e siamo ancora in cassa integrazione, ricevendo solo una parte di quello che ci spettava. Per questo vi chiediamo di aiutarci donando quello che potete sulla piattaforma gofundme con un semplice clic‘.



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