La Giunta della Camera penale proclama lo stato di agitazione degli avvocati con una lettera indirizzata a due alte cariche del tribunale di viale De Pietro.
Il Presidente, l’avvocato Francesco Vergine, ha inviato, infatti, un’articolata missiva. Destinatari, i Presidenti della prima e della seconda Sezione Penale, rispettivamente i magistrati Roberto Tanisi e Pietro Baffa.
Anzitutto, vengono reiterate le problematiche già evidenziate in un’altra lettera del mese di marzo ed avanzate “alcune proposte che potrebbero eliminare o moderare alcuni aspetti critici”. Esse riguardano, soprattutto, le cosidette “udienze filtro” e quelle a contenuto probatorio.
“Tuttavia, a distanza di sei mesi, ad eccezione di qualche lieve miglioramento (dovuto per lo più alla disponibilità offerta da – pochi – singoli Magistrati e non già ad un’azione di sistema), la situazione sembra tristemente immutata se non, addirittura, aggravata.
Continuano ad essere celebrate udienze con decine di processi fissati tutti alla stessa ora (anche più di 50!). Sul punto, è noto quanto accaduto lo scorso mercoledì durante un’udienza monocratica, con il conseguente risalto mediatico” ha sottolineato l’avvocato Vergine.
La Giunta della Camera penale “F. Salvi”, torna a chiedere:
- che i processi vengano fissati (sin dalla prima udienza) per fasce orarie. E che in ogni fascia sia inserita una quantità di fascicoli tale da consentirne la trattazione nel termine previsto, con l’ovvia precisazione che lo “sforamento” di una fascia debba rappresentare una eccezione
- che le cancellerie comunichino alla scrivente Camera – che avrà cura di darne notizia attraverso più canali informativi – del ruolo delle udienze con indicazione degli orari di ciascun processo, con almeno due giorni di anticipo.
- che vengano comunicate le udienze che dovranno essere rinviate. “Su tale aspetto, si legge, esprimo apprezzamento per la collaborazione offerta dalla Seconda Sezione la quale, con cortese precisione, invia alla Camera le notizie relative ai rinvii”.
“La Giunta della Camera penale, nella seduta dello scorso 22 novembre 2019, avendo verificato la cristallizzazione di tali problematiche – che, come detto, potrebbero essere risolte con pochi accorgimenti – ha proclamato lo stato di agitazione, riservandosi l’assunzione delle iniziative che si renderanno necessarie al fine di garantire ai difensori la possibilità di espletare il proprio mandato in modo quanto meno decoroso”.
“Rinnovando, ad ogni buon conto, la disponibilità della Camera a fornire tutto l’ausilio necessario per rendere il sistema più fruibile, auspico che i Sigg.ri Presidenti vogliano adottare i provvedimenti più opportuni tesi alla risoluzione delle patologie più volte segnalate”