La storia di Marek, l’uomo che ha aperto la sua casa a due famiglie ucraine in fuga

La Polonia accoglie i profughi ucraini e mostra al mondo la pietà umana. Un artigiano di Przemysl ha ideato un sistema di aiuti umanitari a km zero.

Li ha attesi sul confine, a pochi kilometri dalla sua città e ha portato con sé focacce e biscotti da distribuire. La prima famiglia di cittadini ucraini che ha visto arrivare l’ha avvicinata e l’ha invitata a raggiungere un posto caldo dove sistemarsi. Marek è un fornaio, un imprenditore del commercio di prodotti alimentari, un uomo che regala ogni settimana pacchi di prodotti da forno alla diocesi di Cracovia, poco distante dalla sua città d’origine Tarnow.

Ha avvisato la moglie che stava per tornare a casa con una famiglia di quattro persone a bordo del suo furgone, ma per strada avrebbe poi incontrato una donna con una bambina che piangeva. Ha caricato sul furgone anche loro.

Marek ha una storia importante alle sue spalle, nella sua parrocchia a volte è lui che tiene l’omelia insieme al sacerdote. Tutti i preti della città lo conoscono e sono suoi amici e lo stanno aiutando nella costruzione di un sistema di accoglienza organizzato ed efficiente, per fare fronte all’emergenza umanitaria in atto.

Marek parla bene l’ucraino, perché i dialetti al confine si somigliano e conosce molte realtà di quel Paese. La prima famiglia soccorsa adesso abita a casa sua, dove la moglie e i due figli hanno ospitato padre, madre e due ragazzi come fossero dei loro parenti. Gli altri li ha portati nei locali della parrocchia, staranno lì per un po’.

Il nonno di Marek è sopravvissuto ai lager nazisti, era un dissidente che fu internato nel 1943 e ha sempre detto al nipote che i polacchi avevano il dovere di ricambiare tutto l’aiuto, la pietà e l’amore che avevano ricevuto dopo la liberazione. E così Marek sta facendo.

Grazie alla Nunziatura apostolica in Polonia abbiamo scoperto questa vicenda che aiuta a dare un minimo di bellezza a questo momento tragico, perché anche tra le bombe la vita fiorisce.



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