Tap, i manifestanti non hanno paura del ‘tubo cattivo’, ma non lo fermeranno con pietre e minacce

Continuano i lavori per espiantare gli alberi di ulivo lungo il tracciato a terra del micro-tunnel mentre i manifestanti continuano a presidiare il cantiere. Tra loro, a detta di Tap, qualcuno usa comportamenti violenti.

I manifestanti che da giorni continuano a sorvegliare il cantiere Tap, dove sono in corso i lavori per spostare gli ulivi che hanno avuto la ‘sfortuna’ di trovarsi lungo il tracciato a terra del microtunnel non ci stanno a passare per violenti: ‘Le immagini trasmesse in tv – hanno dichiarato ai microfoni di Leccenews24 – non raccontano cosa accade realmente a San Basilio, il clima che si respira’.
  
A pochi passi dai cancelli che custodiscono gli operai della multinazionale svizzera che, forti delle autorizzazioni, stanno e dal cordone delle forze dell’ordine c’è una folla di persone che pacificamente sta manifestando il loro dissenso nei confronti di un’opera che – a loro dire – gli è stata imposta. E che non vogliono.
  
Come denunciato in una nota da Tap, però, all’interno della protesta contro il progetto considerato strategico per il territorio come ribadito in queste ore anche dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha tenuto a ricordare che "sono stati valutati 14 scenari alternativi, prima di concludere che la soluzione migliore fosse Melendugno, si registra qualche comportamento violento.
  
«TAP ha profondo rispetto per chi manifesta pacificamente il proprio dissenso  – si legge – e conferma per l’ennesima volta la sua disponibilità a confrontarsi con chi vuole fare proposte, ma nelle ultime ore sono state registrate minacce nei confronti di partecipanti ai progetti finanziati da TAP sul territorio, di partner di questi progetti e persino nei confronti degli operai che stanno facendo il proprio lavoro in cantiere nel pieno rispetto della legge, come confermato appena l’altro ieri dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito l’assoluta legittimità del progetto e dell’iter procedurale seguito per la sua approvazione. Tutti i soggetti destinatari di questi atteggiamenti intimidatori hanno regolarmente sporto denuncia alle Forze dell’Ordine». Secondo la multinazionale svizzera qualcuno tra i manifestanti ha sventolato uno striscione con esplicite minacce di morte senza che nessuno, “a partire dai soggetti istituzionali presenti da giorni in agro di Melendugno, abbia preso le distanze da questi comportamenti”.
  
Non solo. Altri comportamenti violenti sono stati registrati nell’area di cantiere. Questa notte è stata lanciata una bomba carta contro la recinzione; È stata inoltre lanciata una torcia accesa all’interno dell’area di cantiere, mettendo a rischio l’incolumità di chi sta lavorando al trasferimento temporaneo degli ulivi.
  
Insomma, l’azienda non solo esprime la massima solidarietà a tutti i soggetti colpiti da questo “clima poco sereno”, ma promette che continuerà a denunciare ogni comportamento violento e ogni minaccia che si dovesse manifestare nei prossimi giorni.



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