Non accenna a placarsi la polemica tra il sindaco di Melendugno, Marco Potì, e Tap per la realizzazione del gasdotto Italia-Grecia il cui approdo è stato individuato nella zona di San Foca, marina di Melendugno. Tap, nelle ultime ore, attraverso una nota stampa, ha contrattaccato al sindaco di Melendugno che, durante il Consiglio Comunale del 17 aprile scorso, aveva di nuovo spiegato in un intervento pubblico perché a San Foca l’approdo del gasdotto non va realizzato.
Dalla multinazionale del gas fanno sapere che: “Nella seduta del consiglio comunale dello scorso 17 aprile, il sindaco di Melendugno Marco Potì è tornato a fare affermazioni non corrette e allarmistiche sul gasdotto Tap e sull’impatto che la sua costruzione avrebbe sull’ambente e sull’economia di Melendugno e delle sue marine. Tali affermazioni, rese di fronte al più alto consesso democratico della comunità e rilanciate anche dai media hanno destato in alcuni preoccupazioni tanto comprensibili quanto infondate e numerose richieste di chiarimento a Tap”.
E, dunque, non è vero che, così come si legge nella nota stampa: “sulla spiaggia di San Basilio non si potrà più fare attività, poiché come più volte spiegato, grazie alle tecniche costruttive del tratto che interessa l’approdo, la spiaggia non sarà toccata e resterà pienamente a disposizione dei cittadini. Per quanto riguarda lo specchio d’acqua antistante San Basilio, le caratteristiche del progetto non prevedono limitazioni alla pesca o alla navigazione e all’attracco di imbarcazioni da pesca e da diporto”.
Quanto alla ‘mutazione genetica’, del territorio salentino che deriverebbe dall’espianto degli ulivi lungo il percorso del gasdotto, Tap spiega che: “è in corso nell’area il censimento e la geolocalizzazione degli alberi, un’attività volta a garantire, a massima tutela del ripristino del paesaggio, il reimpianto nella loro posizione originaria degli ulivi, che sarà necessario temporaneamente rimuovere durante i lavori. Altrettanto non corrette sono le informazioni riportate dal Sindaco, in relazione agli ulivi, ad una fascia di rispetto o di sicurezza di 40 metri o 60 metri: la fascia di rispetto infatti è di 20 metri per lato e definisce l’area nella quale sarà vietata soltanto la costruzione di edifici (incidentalmente, un’ulteriore tutela del paesaggio)”.
Quanto al presunto ‘effetto devastante’ delle emissioni del terminale di ricezione, infine, nella nota stampa viene precisato che: “Si tratta dell’ennesima ripetizione di un’informazione non corretta e falsa. Tap ribadisce che nel suo funzionamento ordinario il Prt non produrrà emissioni in atmosfera. Le uniche emissioni previste, prodotte occasionalmente (e comunque per non oltre un massimo di 160 ore all’anno) saranno equivalenti a quelle prodotte da 96 caldaie domestiche di Melendugno in un anno. Tap conferma il suo impegno a fornire in modo trasparente informazioni corrette sul progetto, con particolare riferimento alla sua sicurezza, anche per mezzo di una campagna informativa in corso in questi giorni”.