Schiarita Alba Service, la Provincia si impegna a pagare le quattro mensilità arretrate

Dopo la manifestazione di ieri mattina, c’è stato un incontro tra i dipendenti, i segretari delle sigle sindacali interessate alla vicenda e il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta. Al vertice era presente anche Gabellone e c’è stato un accordo di base.

Una buona notizia, parziale certo, ma pur sempre una schiarita di luce in fondo ad un tunnel che sembrava scurissimo e profondo. Dopo l’emblematica protesta di ieri dei lavoratori di Alba Service che si sono incatenati ne pressi di Palazzo dei Celestini, si sono arrampicati sui tetti e, poco dopo, hanno bloccato parzialmente il traffico di Via XXV Luglio, sdraiandosi per terra, nelle scorse ore è arrivata una piccola rassicurazione che rende meno dense le nubi sul loro futuro, o almeno sul loro presente.

Dopo la manifestazione di ieri mattina, infatti, c’è stato un incontro tra una delegazione di dipendenti della partecipata leccese, i segretari delle sigle sindacali interessate alla vicenda e il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta. Al vertice era presente anche il Presidente della Provincia, Antonio Gabellone. L’incontro sembra aver portato ad un accordo di base.

Nonostante la crisi finanziaria in cui versa l’ente provinciale, per via dei tagli predisposti dalla Legge di Stabilità, infatti, il Presidente Gabellone ha rassicurato tutti sul fatto che provvederà a predisporre gli atti necessari da approvare in Consiglio provinciale per consentire il pagamento di almeno quattro mensilità arretrate ai dipendenti. Il futuro, però, come è stato spiegato dallo stesso Gabellone e dal Prefetto, non dipende dalle loro volontà, ma bensì dalle scelte che verranno fatte dai vari governi (nazionale e regionale) in merito alle competenze degli enti territoriali.

Una parziale schiarita, come detto quindi, che per ora mantiene appesi ad un filo i dipendenti di Alba Service, ma che non può ancora soddisfarli. Il pagamento delle mensilità arretrare servirà a far respirare loro un’aria un po’ meno preoccupante, ma il vero nodo da risolvere è legato al futuro che spetta i 130 lavoratori. Quest’ultimi richiedono garanzie, ma soprattutto tempi non lunghissimi per conoscere il proprio futuro.