Disperazione Alba Service, i lavoratori si sdraiano in mezzo alla strada e bloccano il traffico

I lavoratori sono tornati sul piede di guerra. La manifestazione di questa mattina è iniziata intorno alle 8 ed ha assunto toni decisamente forti. Prima gli striscioni esposti davanti Palazzo dei Celestini, poi alcuni di loro si sono incatenati all’entrata della medesima sede.

Da tre mesi senza stipendio, una situazione che sta raggiungendo livelli di esasperazione massimi e un futuro che non promette nulla di buono, anzi. I dipendenti di Alba Service, società partecipata della Provincia di Lecce che si occupa di garantire servizi essenziali per la cittadinanza, quali per esempio la manutenzione di strade e scuole, tornano per strada a protestare contro la politica, nazionale e provinciale, che ha reso possibile tutto ciò.

Dopo la rivolta di febbraio che culminò con l’occupazione di Palazzo Adorno e con alcuni dipendenti che salirono sui tetti della sede provinciale, i lavoratori sono tornati sul piede di guerra. La manifestazione di questa mattina è iniziata intorno alle 8 ed ha assunto toni decisamente forti. Prima gli striscioni esposti davanti Palazzo dei Celestini, poi alcuni di loro si sono incatenati all’entrata della medesima sede  provinciale. Col passare del tempo, la maggior parte dei manifestanti si è spostata nei pressi della Prefettura, in via XXV luglio, dove è stata bloccata la strada al traffico e qualcuno si è steso per terra. Non sono mancati momenti di tensione con automobilisti e passanti.

Una richiesta di incontro con il presidente della Provincia Antonio Gabellone, al quale quest’ultimo non ha ancora risposto, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha fatto precipitare la situazione. Tutti uniti contro la Legge Delrio, la riforma delle Province, la Legge di Stabilità e le istituzioni locali che non hanno fatto nulla per evitare la crisi. A fine febbraio un consiglio provinciale assai movimentato ratificò la decisione della Provincia di ridurre di circa il 60% le risorse destinate alla società partecipata e, da lì in poi, sono passati i mesi ed ora sono diventati tre quelli in cui i lavoratori non percepiscono lo stipendio. La cosa peggiore è che si naviga a vista e non c’è nessuna garanzia per il futuro, ma solo tanta incertezza e disperazione per chi, come tanti di loro, non riesce più a far fronte alle spese ed alle esigenze di tutti i giorni.

I lavoratori, in rappresentanza dei 130 dipendenti Alba Service, e le sigle sindacali che sono al loro fianco, non hanno alcuna intenzione di fermarsi qui, anzi andranno avanti finché non riceveranno notizie confortanti, ma al momento non si prospetta nulla di buono e la loro rabbia deriva anche e soprattutto dalla consapevolezza di tutto ciò. Giuseppe Mancarella, segretario provinciale dei Cobas Lecce, ci spiega: “La situazione è ormai diventata insostenibile. La cosa più grave è che non si vedono delle prospettive. Ci attendiamo una risposta dalla politica locale e da Gabellone che non ha ancora risposto alla nostra richiesta di un incontro e questo è inaccettabile. Diverse famiglie coinvolte in questa vicenda vivono pesanti situazioni di difficoltà, avendo dovuto provvedere a trovare le necessarie risorse per andare avanti con disagi personali, visti i tre mesi senza stipendio. Il timore è che qualcuno possa arrivare a compiere gesti disperati. Il problema è che le istituzioni fanno il gioco delle tre carte dicono di non avere le risorse per pagare i servizi, però i servizi vanno avanti”.

Una schiarita è arrivata successivamente, all'incontro tra i dipendenti e il prefetto Giuliana Perrotta, con il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone. Il pagamento di 4 mensilità arretrate tamponerà l'emergenza, ma bisognerà vedere le direttive nazionali in tema di autonomia degli Enti locali

 



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