Tarsu, il Comune di Lecce applica sanzioni arbitrarie. La denuncia di Aduc

Ci sarebbero degli errori – secondo Aduc e molti cittadini – nel calcolo delle sanzioni per Tarsu non pagate negli anni precedenti. Il delegato Aduc di Lecce chiede al Comune di rivedere i propri conti.

Tasse, tasse, sempre tasse, la persecuzione di ogni cittadino. Questa volta sul banco vi è la Tarsu, la tassa sui rifiuti. La segnalazione ci arriva dall’avv. Alessandro Gallucci, delegato Aduc Lecce.
 
In questi mesi il Comune di Lecce, nell’ attività di riscossione dei tributi, sta inviando ai cittadini avvisi di accertamento relativi alla Tarsu dovuta per gli anni scorsi. “Giusto, anzi giustissimo – dichiara l’avv. Gallucci – chi non ha denunciato l’occupazione di un immobile o l’ha fatto male e poi non ha pagato la tassa o l’ha pagata in misura inferiore al dovuto, deve all’ente la tassa e le sanzioni”. C’è un però: pare che il Comune stia chiedendo più del dovuto.
 
Sembra che dal Comune di Lecce sia siano lasciati ‘prendere la mano’ – continua il delegato Aduc – calcolando arbitrariamente le sanzioni. Da quel che abbiamo potuto constatare, sono stati chiesti tributi e sanzioni per l’anno 2009 con avvisi di accertamento notificati nel 2016”. E qui interverrebbe la prescrizione che non consente la riscossione, “ma forse a Lecce vige qualche normativa speciale” commenta il legale.
 
E non finisce qui. “Con un’operazione del tutto discutibile (o forse sarebbe meglio dire illegittima) – affonda Gallucci – l’ente locale ha calcolato una sanzione per ogni anno di violazione e non, come dovrebbe essere, un’unica sanzione maggiorata (così detto cumulo giuridico)”.
 
Amara la considerazione da parte di Aduc Lecce “Forse il Comune di Lecce ha agito sperando che i cittadini non si accorgessero del fatto? Speriamo che si tratti più che altro di errori e che l’amministrazione voglia rivedere quegli accertamenti illegittimi per evitare un bel po’ di ricorsi e quindi gli straordinari ai giudici tributari e prim’ancora ai suoi stessi dipendenti vista la necessità della così detta “mediazione tributaria” per quegli avvisi per somme inferiori a 20mila euro”.



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