“Questa iniziativa ha la finalità di dare un messaggio di speranza e quello di sostenere tutti i progetti come questi, che si stanno sempre più moltiplicando, nei confronti delle fragilità”, con queste parole, Mons. Michele Seccia, Arcivescovo Metropolita di Lecce, commenta #TeniamociperVoce, il progetto di cura sociale, patrocinato dall’Arcidiocesi del Capoluogo.
L’iniziativa, nasce nell’aprile di quest’anno, nel difficile periodo di quarantena dovuto all’emergenza coronavirus, che ha obbligato i cittadini a cambiare le proprie abitudini di vita per proteggere la salute e il bene comune.
Per questi motivi l’associazione Just4Jesus – Percorsi Corali di promozione alla Vita, diretta da Tyna Maria Casalini, ha sempre centrato la sua attività sulla relazione attraverso la coralità e nei mesi di aprile e maggio, sul canale YouTube del sodalizio la direttrice ha condotto dirette su vari temi, tra cui: Elevazione Spirituale, in occasione della Santa Pasqua; Relazione e Distanziamento sociale e, infine, #TeniamociperVoce, da cui è nato il progetto.
In particolare, durante questa diretta Tyna Maria ha condotto un laboratorio di scrittura creativa coralità emozionale a distanza nell’ambito del progetto LP (Life-deep learning Plan) Choral Experience, secondo il modello formativo Praise Voice® psico-pedagogia corale, crescita personale, da cui è nato un brano inedito intitolato, appunto, #TeniamociperVoce.
Ogni partecipate al laboratorio ha registrato con la sua voce un messaggio, lo ha inviato via whatsapp, diventando una delle voci del brano.
“Anche la musica contribuisce a questa speranza – prosegue Seccia. Dobbiamo osare di più? Certamente!!! Ma bisogna anche dare contenuto e il contenuto sono proprio questi progetti. I messaggi che giungono attraverso la parola, attraverso la manifestazione che si svolgerà in Piazza Duomo e è per questo la la piazza diventa il luogo della comunità, il luogo dei messaggi, il luogo della comunicazione che deve diventare comunione, non eucaristica, ma intesa tra le persone per andare avanti.
La pandemia ha manifestato la necessità di venirci incontro – conclude l’Arcivescovo – ed è proprio per questo che dobbiamo superare questa distanza sociale non fisicamente, ma psicologicamente perché è quella che bisogna oltrepassare”.