The Space Cinema licenzia due “storici” lavoratori per “motivi disciplinari”. Il sindacato: ‘Provvedimento incomprensibile”

La Slc Cgil contesta la decisione di The Space Cinema di Surbo di licenziare due lavoratori per motivi disciplinari.

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“Appare incomprensibile l’abnorme provvedimento, con il pretesto di motivazioni disciplinari, con cui The Space Cinema licenzia due lavoratori con oltre 20 anni di onorata anzianità, che mai nel corso della propria carriera erano stati oggetto di contestazioni o richiami’.

Prende carta e penna la SLC Cgil di Lecce per denunciare pubblicamente la grave decisione dell’azienda che gestisce la nota sala cinematografica di Surbo che ha mandato a casa nei giorni scorsi due storici lavoratori. Il sindacato annuncia, così, il ricorso a tutte le iniziative sindacali e legali a sostegno dei dipendenti e dei lavoratori licenziati. La Slc Cgil, infatti, pur comprendendo la grave crisi del settore che forse più di tutti ha subito la gestione delle politiche anti- pandemia da Covid 19 non riesce a comprendere come si possa arrivare a ‘scaricare’ sui lavoratori finali del comparto la difficilissima situazione che ha portato ha un calo drastico di spettatori nelle sale. Le motivazioni disciplinari, poi, hanno acceso ancora di più lo scontro.

“Prima il tentativo di aggirare il contratto nazionale -scrive la SLC Cgil -, poi il licenziamento in tronco di due dipendenti tra quelli con maggiore anzianità. È accaduto a The Space Cinema, la multisala cinematografica di Surbo.

Con la pandemia il settore della produzione culturale è stato tra i più colpiti ed è per questo che abbiamo sempre cercato soluzioni condivise e rispettose delle reciproche istanze. In più circostanze si è cercata la collaborazione e il dialogo. Grave perciò, che l’azienda The Space Cinema, dopo aver tentato lo scorso 12 aprile di far passare nei propri cinema alcuni demansionamenti, ricorrendo a fantomatici processi di ristrutturazione e innovazione tecnologica e attaccando di fatto il contratto nazionale – azione respinta con fermezza dalle segreterie nazionali – abbia oggi deciso di ricorrere ai licenziamenti individuali con la pretestuosa giustificazione dei motivi disciplinari”.

Il sindacato denuncia quelle che sono a sua avviso le gravi carenze dell’azienda: dal sistema di vendita dei biglietti e degli abbonamenti, alla gestione del personale.

“Anziché assumersi le proprie responsabilità, l’azienda ha inteso licenziare. Eppure con l’intero comparto, responsabilmente, la segreteria provinciale di Lecce ha inteso mantenere aperto un canale costante per andare incontro alle urgenti necessità dettate dalla crisi acuita dalla pandemia, cercando di risolvere attraverso il confronto le criticità che spesso i lavoratori sono per primi stati costretti a subire: basti citare il ricorso al Fondo integrazione salari (con una riduzione notevole del reddito) e alle Ferie e permessi che i lavoratori hanno utilizzato per sopperire alle chiusure e ai flussi ridotti di pubblico, o ricordare che i lavoratori hanno dovuto adottare ulteriori procedure di tutela del pubblico, facendosi letteralmente in quattro per coprire tutte le attività previste nei cinema con ridotto staffaggio. Ecco perché appare ancor più incomprensibile l’abnorme provvedimento di licenziamento ai danni di due lavoratori”.

Si apre così un contenzioso ‘caldo’ tra l’azienda e il mondo sindacale. Parliamo di un settore in gravissima difficoltà, ferito dalla pandemia che ha anche cambiato le modalità di fruizione del prodotto cinematografico. L’esplosione delle piattaforme televisive rappresenta un vero attentato ad un’industria culturale che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento non solo per l’arte italiana.La ricaduta della crisi sui lavoratori sembra essere l’anello finale di una catena che si era già rotta. Sarà possibile salvare i posti di lavoro, senza salvare l’intero comparto?



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