Sulla triste vicenda del domatore del Circo Amedeo Orfei azzannato dalla tigre durante uno spettacolo del 29 dicembre scorso nel tendone di Surbo, riceviamo e pubblichiamo un intervento di Desirèe Martines, Delegata Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) di Lecce.
“Qualcuno dirà che è tradizione, altri che è spettacolo, altri che è lavoro. Ma io do valore solo a ciò che prevede il rispetto per gli altri, appunto…Ed è proprio il rispetto quello che manca per dei poveri animali, strappati in origine dal loro habitat, indotti a riprodursi in cattività, privati delle abitudini dettate dalla loro natura, strappati alla vera vita per costringerli a fare cosa? A fare le marionette!
Tutti ormai siamo a conoscenza di quali siano le condizioni in cui vivono gli animali dei circhi e cosa siano costretti a subire per poter essere portati a fare ogni spettacolo eppure, questa moda, non si ferma!
Ho visto diversi video dello spettacolo delle tigri e dell’aggressione al domatore. L’animale ha dato tanti, tantissimi segnali di quanto fosse infastidita. Sarebbe stato necessario allontanarsi e sospendere il numero. Invece no, altrimenti il pubblico sarebbe rimasto deluso e allora avanti con lo spettacolo perchè lo show andava portato a termine.
Vorrei chiedere ad ogni genitore, che mette dinanzi agli occhi del proprio figlio questo orrore, cosa crede di insegnare o trasmettere. E lo voglio chiedere a chiunque, ancora oggi, ha il coraggio di entrare in un circo ed assistere a degli spettacoli che solo in apparenza sono diventerti ma, nella realtà, racchiudono solo tristezza e sfruttamento! Siamo dinanzi ad animali che vivono nei container, nei camion, spesso troppo stretti e troppo bassi per loro, sottoposti ad ore ed ore di stress per far sì che abbiano atteggiamenti e facciano movimenti che non si adeguano minimamente alla loro natura.
Invece di accontentare vostro figlio acquistando un biglietto, spiegategli cosa si nasconde dietro salti, colori, luci e spettacoli. Raccontate che non è normale l’inchino dell’elefante, che non è normale il salto della tigre a comando.
Quando si parla di circo siamo dinanzi ad una serie di problematiche: nascite forzate, distaccamento dagli habitat, separazione eccessivamente precoce dalla madre, reclusione, assenza di relazioni sociali tra simili, frequenti viaggi lunghi in condizioni inadeguate, addestramenti con metodologie stressanti e lesive, che non potranno mai garantire un adeguato benessere degli animali nel circo.
La vita di un animale selvatico in un circo non è in grado di garantire le basilari esigenze di questi animali, che non hanno la possibilità di esprimere i loro comportamenti naturali e, di frequente, manifestano comportamenti e stereotipi indice di stress e malessere.
È questo che dobbiamo dire ai nostri sindaci in modo che venga inserito nei regolamenti comunali il divieto di ospitare il circo. È questo che dobbiamo continuare a dire ai nostri parlamentari. L’ Italia è uno dei pochissimi Paesi in Europa a non avere una legislazione che limiti o vieti l’utilizzo degli animali nei circhi. Anzi, la loro presenza è prevista da una normativa risalente al 1968, la Legge n.337, che permette l’uso di tutti gli animali nei circhi.
E nel silenzio costante che avvolge la questone, resta nei cassetti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, senza attuazione legislativa, il nuovo Codice dello Spettacolo firmato dal ministro Dario Franceschini, nel 2017, che prevedeva sul tema circhi: “La revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificamente finalizzate alla graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”.
Il 28 febbraio 2019 il Consiglio dei Ministri ha deliberato un disegno di legge delega in materia ma, nonostante l’attività di tante associazioni a sostegno, tra le quali l’Oipa, e la chiara volontà popolare, raccolta tramite firme.
A luglio 2022 è stata approvata in via definitiva la legge delega che vieta l’acquisto di nuovi animali e la riproduzione di quelli di proprietà ma, la legge delega, rimanda il governo a realizzare dei decreti legislativi attuativi e se, l’attuale governo non lo farà nei tempi previsti dalla legge, saremo nuovamente punto e a capo.
Dobbiamo continuare ad urlare dissenzo e chiedere l’attuazione del nuovo codice dello spettacolo.
Vigileremo, nei limiti della legge, sulla tigre ed auguro, comunque, al domatore una pronta guarigione nella speranza che questo avvenimento porti segnale di cambiamento’.