
Il 4 maggio 1949 è una data scolpita nel cuore del calcio italiano. Quel giorno, sul colle di Superga, la leggenda del Grande Torino si spense per sempre in un incidente aereo, una delle più grandi tragedie dell’aviazione italiana del tempo. Un evento entrato nella storia perché strappò alla vita calciatori di grande fama, amati da tutto il mondo. L’intera squadra, considerata una delle più forti di tutti i tempi, perse la vita al ritorno da una partita amichevole in Portogallo. Il Torino Calcio, orgoglio sportivo di una nazione intera, fu cancellato in un istante.
Il Grande Torino: Più di una Squadra
Valentino Mazzola era un mito, non come si immaginano i campioni di oggi, ma molto di più. Lui e i suoi compagni erano degli “eroi” e anche se avevano perso l’amichevole col Benfica, in onore di Francisco Ferreira, rientravano a casa con la consapevolezza di di far parte della Storia del calcio italiano mondiale. Era un gesto nobile, quasi fraterno, tipico di quel Torino che non era solo forza, ma anche eleganza d’animo. Un’ultima stretta di mano prima di riprendere la corsa allo scudetto.
Il Torino era la squadra campione d’Italia da prima della guerra avendo vinto l’ultimo scudetto prima dell’interruzione dei campionati per i noti eventi bellici nel 1943, e poi aveva ripreso a vincere a partire dal 1946. Dopo quattro scudetti consecutivi si apprestava a vincere il quinto, un vero e proprio record.
La Tragedia di Superga
Ma la sorte era in agguato ed era una sorte tragica. Il volo di ritorno da Lisbona non atterrò mai all’aeroporto di Torino. L’aereo su cui viaggiava l’intera squadra di calcio, con l’allenatore, i dirigenti e alcuni giornalisti al seguito, si schiantò sulla basilica di Superga, in una giornata di nebbia fitta. L’orologio aveva appena segnato le 17:03. Nell’incidente morirono tutti i passeggeri, l’intera compagine granata e i membri dell’equipaggio. In tutto 31 persone. Il compito di identificare i corpi fu affidato all’ex commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo, che aveva portato quasi tutto il Torino in Nazionale.
Si tratta di una delle più grandi tragedie dell’aviazione italiana del tempo, un evento entrato nella storia perché strappò alla vita calciatori di grande fama, amati da tutto il mondo.
Al Torino andò lo scudetto anche quell’anno. Nessuno osò fronteggiare una squadra decimata (alcuni calciatori e dirigenti non avevano preso parte alla trasferta portoghese). Il Torino, per completare il campionato, schierò la squadra giovanile nelle ultime partite, mentre le avversarie facevano lo stesso, per rispetto.
Di Mazzola e compagni resta il grande ricordo nei cuori dei tifosi e l’affetto di tutti gli sportivi italiani. Per sempre. Ogni 4 maggio, i tifosi del Torino — ma non solo loro — salgono quei gradini, in silenzio, per leggere ad alta voce i nomi di chi non c’è più.
Il Grande Torino è diventato leggenda non per le vittorie, ma per il modo in cui ha saputo restare eterno nella sconfitta più dura: quella contro il destino.