Finalmente a casa. Massimiliano Latorre, dopo aver completato le procedure burocratiche, è salito sull’aereo e ha lasciato New Delhi alla volta dell’Italia dove è atterrato, quando erano da poco passate le 17:00, nella base militare di Grottaglie. Poi con la famiglia ha raggiunto Taranto dove trascorrerà i prossimi 4 mesi in casa della sorella per curarsi dalla leggera ischemia che lo aveva colpito l’ultimo giorno di agosto.
Il ritorno nel Belpaese del fuciliere del Battaglione San Marco sarà solo per un periodo di tempo “limitato”: quando a gennaio scadranno i 120 giorni concessi dalla Corte Suprema indiana che ieri ha dato il via libera al rimpatrio per «ragioni umanitarie», Massimiliano Latorre dovrà tornare in Asia. Dovrà farlo non solo per le garanzie che i Giudici hanno chiesto e ottenuto ma anche perché a New Delhi è rimasto Salvatore Girone, l’altro marò accusato di aver ucciso, per errore, due pescatori locali a largo delle coste del Kerala, in acque internazionali.
Prima del 15 febbraio 2012, in pochi sapevano chi fossero i Marò. Dopo l’incidente tra la petroliera Enrica Lexie e il peschereccio St. Anthony in cui persero la vita Valentine Jelestine e Ajesh Binki, Latorre e Girone hanno smesso di essere due militari in servizio antipirateria su una nave mercantile battente bandiera italiana per diventare, loro malgrado, i “protagonisti” di una vicenda tanto complicata quanto assurda, al di là dell’aspetto politico, dei rapporti tra i due paesi coinvolti, degli errori che possono essere stati commessi in questi anni.
Per 30 lunghissimi mesi, i due marò sono stati sempre visti insieme ad affrontare con dignità un destino comune che sembra ben lontano dal concludersi. Oggi, per la prima volta dopo aver condiviso tutto le loro strade si sono divise: uno torna a casa, l’altro resta in India. Eppure i primi a manifestare la propria gioia sono proprio i parenti di Girone, che ora resterà da solo nell’Ambasciata di Nuova Delhi «Siamo felici e molto contenti del rientro di Massimiliano in Italia – ha commentato all'Ansa Michele, papà di Salvatore – perché la patologia è quella che è, e tutta la nostra famiglia spera col cuore che Massimiliano torni presto quello che era». Quindi, un pensiero al figlio: «Speriamo questo sia un passo avanti verso la risoluzione di tutta la vicenda, ma prima di tutto vengono le cure e la serenità di Massimiliano: il suo rientro è una cosa molto bella, anzi, meravigliosa».
Il fuciliere non ha rilasciato alcuna dichiarazione ed è comprensibile. La compagna Paola Moschetti, invece, ha pronunciato poche parole e ha chiesto ai giornalisti il rispetto per la privacy.
