L’associazione Lecce Città Pubblica non ci sta e adisce le vie legali contro la ripresa delle esercitazioni militari a fuoco nel Poligono di Torre Veneri dopo la determina della Regione Puglia che, pur avendo riconosciuto l’inquinamento del sito, ha dato il via libera alle attività dell’Esercito.
“Ora, oltre alla Giustizia italiana – si scrive in una nota stampa – anche l’Unione Europea, particolarmente attenta ai temi della protezione ambientale, sarà investita di questa spinosa questione che attende da troppo tempo valutazioni più attente ed equilibrate in tempi in cui la Transizione Ecologica è tema centrale per il nostro futuro”.
L’associazione ricorda ai cittadini che proprio nel documento sottoposto all’esame della Regione Puglia, in cui venivano valutate le interferenze delle esercitazioni a fuoco dei carri armati con le esigenze di protezione ambientale di un Sito di Importanza Comunitaria, era acclarato l’esito dei campionamenti effettuati in situ che registravano ripetuti superamenti delle soglie limite per diversi inquinanti.
Perché malgrado questi sforamenti di piombo e antimonio e malgrado le bonifiche in corso, la Regione Puglia ha consentito la ripresa delle esercitazioni? È questa la domanda che si pongono da Lecce Città Pubblica che lamenta il fatto di aver formalmente richiesto di partecipare al procedimento di Vinca e ne è stata invece esclusa.
‘Probabilmente – concludono dall’ Associazione -la tutela dell’Ambiente e di un’area protetta è apparsa secondaria al decisore regionale rispetto alle sollecitazioni a riprendere le esercitazioni a fuoco. Ciò malgrado lo spirito collaborativo e la volontà di concorrere alla valutazione di incidenza ambientale già manifestate dalla nostra associazione’.