Il Fisco non risponde all’istanza e i giudici annullano la maxi cartella esattoriale da 100mila euro

La sentenza non è stata appellata dall’Agenzia Entrate e Riscossione e riguarda una cartella esattoriale le cui somme erano state pagate.

Importante sentenza del Tribunale di Lecce che annulla una cartella esattoriale da 100.000 euro perché il Fisco non risponde al contribuente (sentenza del Tribunale di Lecce n.2090/2020, Giudice Paolo Moroni). La sentenza risale al settembre scorso ma è stata comunicata solo ora perchè è diventata definitiva in questi giorni non essendo stata appellata dall’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia).

I fatti risalgono a giugno 2019 quando un’azienda della provincia di Lecce riceveva un pignoramento esattoriale da oltre 400.000 euro. La società fin da subito denunciava l’illegittimità dell’azione poichè quasi 100.000 euro non erano dovuti. Per tali somme, infatti, la società presentava un’istanza ai sensi della legge n. 228/2012 dove dimostrava di aver già pagato. A questa istanza il Fisco non rispondeva nel termine di 220 giorni e dunque le somme sarebbero dovute venire meno, ma il concessionario continuava a pretenderle.

Nella sentenza il giudice precisa che «La società ha documentalmente provato di avere presentato il 15.04.2019 (…) la dichiarazione in cui dava atto di avere effettuato il pagamento del dovuto per la cartella n. (…) allegando le ricevute dei versamenti di volta in volta effettuati. Ciò nonostante ADER aveva comunque dato corso alla notifica del pignoramento anche con riferimento alla predetta cartella (…)».

Spiega il legale della società, l’Avvoccato Matteo Sances: «La legge n.228/2012 è importante poiché stabilisce che se un contribuente riceve un atto esattoriale illegittimo può presentare una semplice istanza e se l’ente impositore non risponde nel termine di 220 giorni il debito si annulla. Nel caso in questione, però, una volta trascorsi i 220 giorni senza risposta l’Agenzia delle Entrate non ha voluto annullare i tributi costringendo di fatto la società a rivolgersi all’Autorità giudiziaria. Da tempo collaboro con varie associazioni forensi per far conoscere questa legge coinvolgendo anche le istituzioni. A tal riguardo, segnalo il convegno del prossimo 16 febbraio organizzato insieme al Presidente di Camere Civile Salentina, l’Avvocato Salvatore Donadei, con il patrocinio di Unione Nazionale Camere Civili insieme all’Associazione Avvocati Europei e ai Commercialisti di Milano per cercare di coinvolgere tutti gli addetti ai lavori su questo tema».

Sul punto interviene anche il Presidente di Partite Iva Nazionali (PIN), Antonio Sorrento, che sottolinea «La legge è chiara quando prevede che in caso di mancata risposta all’istanza il debito si annulla ma nonostante ciò l’Amministrazione latita. Da tempo segnaliamo la mancanza di dialogo tra Fisco e imprese e non vorrei che la Convenzione stipulata tra l’Agenzia delle Entrate e il Mef per il triennio 2019/2021 stia peggiorando la situazione. Nella Convenzione abbiamo trovato infatti una serie di incentivi economici legati agli accertamenti fiscali (la Convenzione è liberamente disponibile sul nostro sito). Nei giorni scorsi ho voluto accompagnare personalmente l’Avv. Sances in Corte di Cassazione per comprendere meglio la vicenda di molte imprese in attesa di giustizia e successivamente abbiamo segnalato in Parlamento questa situazione che ritengo molto grave. Le partite iva devono essere agevolate dalla pubblica amministrazione e non ostacolate perché rappresentano la vera ricchezza di questo Paese».

 

 



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