Tumore al polmone nei maschi di 50 Comuni salentini: +12% rispetto al dato nazionale

In provincia di Lecce l’Istituto Superiore di Sanità ha individuato – nell’apposito studio – cinquanta Comuni ad alta mortalità maschile per tumori al polmone. Dati superiori del 12% rispetto a quello medio nazionale.

Corrispondono al numero di 50 i Comuni ad alta mortalità (+12%) per tumore al polmone nei maschi in provincia di Lecce. Un’area circoscritta del Salento, nell’area centro-orientale, riguardante 846 decessi osservati contro i 3.447 attesi. Definito, inoltre, un ulteriore cluster legato all’incidenza di tumori polmonari nei maschi che include 16 Comuni dell’area centrale salentina. Nella stessa area risulta significativo anche un cluster di mortalità per malattie respiratorie.

A sostenerlo è l’Istituto Superiore di Sanità, che nel relativo studio – riassuntoci dall’Associazione “Salute Salento” – ha identificato anche un cluster (gruppo) di mortalità per neoplasie polmonari nelle donne, limitatamente alla città di Lecce, con 248 decessi registrati contro 150 attesi. Cifre, in questo caso, inferiori al dato nazionale (37% contro il 40).

I dati riportati dall’Atlante delle cause di morte della Regione Puglia avevano già segnalato per il periodo 2000-2009 un eccesso di decessi per neoplasie polmonari nei maschi in provincia di Lecce, in coerenza con quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità fin dal 1985-1989.

Negli uomini i tassi di mortalità provinciali, 126 casi ogni 100mila abitanti nel periodo 1980-1984 e 111 casi nel 2006-2010, risultano dunque essere sempre superiori a quelli nazionali e regionali. Il rapporto tra casi incidenti in provincia di Lecce e Pool Nazionale mostra un eccesso del 24%, un dato simile a quello di mortalità che nel periodo 2006-2010 è del 20 per cento in più.

Nelle prossime settimane sono previste ulteriori attività. L’incrocio delle diverse fonti di dati fornisce un quadro coerente, evidenziando una sub-area a maggior rischio negli uomini. Saranno condotti ulteriori approfondimenti su possibili fattori di rischio: occupazionali, ambientali (ricadute di emissioni di poli industriali, esposizioni indoor a radon) e non (fumo attivo in un’area nota per le coltivazioni e manifattura del tabacco) che richiedono la collaborazioni tra enti locali e nazionali.



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