Tutto procede alla grande nel vigneto sul castello di Copertino, oggi la seconda potatura

Il progetto partito nel 2013 da un’idea della Cantina Cupertinum, della Sovrintendenza e della direzione del Castello Angioino è a buon punto. La vendemmia è prevista per il 2017 ed il ricavato della vendita del vino finanzierà progetti di sviluppo del territorio.

Un circuito virtuoso territoriale e planetario tra produzione di qualità, cultura, turismo. Questo è in sostanza il Vigneto sul Castello angioino di Copertino. È un progetto originale che non ha precedenti nel mondo, nato dalla collaborazione tra l'Antica Cantina Cupertinum, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Lecce, Brindisi e Taranto e la Direzione del Castello. Il vigneto di Negroamaro Cannellino posto sui bastioni del castello è stato impiantato nel 2014 con sistema di allevamento ad alberello pugliese e disposizione dei filari a quinquonce o quest'oggi è stato potato per la seconda volta, in attesa della vendemmia 2017 che dovrebbe permettere il primo raccolto. Il vino prodotto con le uve del Castello verrà poi battuto all‘asta e il ricavato servirà a sostenere un progetto di valorizzazione del territorio copertinese.

«Nel 2013 – dichiara il presidente della Cupertinum, Francesco Tronoabbiamo proposto questo progetto al Direttore del Castello di Copertino e al Soprintendente che appurate le fonti archivistiche hanno accolto e permesso il progetto in maniera entusiastica. Si tratta di un progetto che valorizza gli aspetti più originali della cultura e delle colture del Salento. La storia di Copertino, la bellezza del suo Castello, l’importanza storica della vitivinicoltura salentina si fondono in questo progetto allo stesso tempo innovativo e denso di rimandi storici. Se cultura e coltura hanno la stessa radice etimologica significa che è proprio su questa connessione che dobbiamo continuare a lavorare per valorizzare la nostra città, il territorio, i produttori e i prodotti di qualità».

La cultivar di Negroamaro Cannellino è stata scoperta e valorizzata durante gli anni ‘90 a seguito di una ricerca patrocinata dalla Camera di Commercio di Lecce e diretta dai professori Antonio Calò e Angelo Costacurta, a cui collaborarono Mario Petito, Giovanni De Rinaldis e Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo della Cupertinum. Dopo un decennio di studi si constatò che si trattava di un genotipo distinto dal Negroamaro, anche se aveva caratteristiche analoghe e per molti aspetti migliori, tanto che nel 2000 è stato iscritto al Registro nazionale delle varietà come vitigno autonomo. Nel 2007 è stata ottenuta la protezione con l’acquisizione del brevetto vegetale internazionale.

«Il Vigneto della Cupertinum sul Castello – dichiara Giuseppe Pizzolante Leuzzista facendo rivivere la storia. Documenti storici testimoniano che le parti alte dei bastioni, delle mura e dei camminamenti del Castello Angioino di Copertino, che per dimensioni e grandiosità di impianto è da annoverarsi fra le più imponenti strutture difensive vicereali, erano utilizzate come giardini pensili e coltivate a vigneto e oliveto. Per la sua storia e le sue caratteristiche, il Negroamaro Cannellino mi è sembrata la varietà che doveva essere impiantata nel vigneto sul Castello».



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