Le spiagge affollate, il sole cocente, il rumore delle onde: l’immaginario collettivo associa spesso il turismo a ritmi frenetici e a una corsa contro il tempo per massimizzare i profitti.
Ma dietro le quinte di questa frenetica attività, a volte, si nascondono storie di umanità e solidarietà che meritano di essere raccontate. Storie vere che stridono con la narrazione di datori di lavoro voraci che non si fanno scrupoli a stressare il personale con turni di lavoro insostenibili.
La storia che raccontiamo oggi è quella di Marco Leone, titolare del lido Crystal Beach, imprenditore del settore turistico a Gallipoli, che ha deciso di aprire le porte del suo lido a Simon [nome di fantasia], un ragazzo alle prese con gravi difficoltà familiari.
Nell’ambito di un progetto di obbligo formativo finanziato dalla Regione Puglia al noto ente formativo Asesi di Taviano, Simon era stato assegnato come tirocinante al lido, ma le sue condizioni personali gli impedivano di recarsi quotidianamente sul posto di lavoro. Impossibile per lui farsi accompagnare al lido per svolgere le mansioni che il tutor del suo corso e l’imprenditore turistico avevano cucito sulle attitudini e sulle skills del giovane studente.
Di fronte a questa situazione, Marco Leone non ci ha pensato due volte e dimostrando grande umanità e senso di responsabilità, si è proposto di offrire al giovane la possibilità di alloggiare presso la casa della madre.
Lontano dall’essere un semplice gesto di ospitalità, questo atto ha rappresentato per Simon un vero e proprio punto di svolta. Accolto come uno dei tanti nipoti dalla famiglia dell’imprenditore, il ragazzo ha potuto contare su un ambiente familiare e protettivo, che gli ha permesso di affrontare con serenità il suo percorso formativo.
“Ho visto in Simon un ragazzo fantastico: volitivo, desideroso di imparare, disponibile, educato. Tutte doti che per il mio staff sono fondamentali. Il mestiere si impara, anche quello complesso di gestire un lido nel periodo di punta di una Gallipoli sempre in cima alle scelte dei turisti ma la buona predisposizione e la buona educazione no. Sono doti che come il coraggio del Don Abbondio manzoniano, se non le hai nel tuo bagaglio personale non le puoi improvvisare. Simon era in difficoltà perché nessuno lo poteva accompagnare sul posto di lavoro e ho sentito il bisogno di aiutarlo”, ha dichiarato il titolare del Crystal Beach.
“Credo che sia importante offrire ai giovani delle opportunità, soprattutto quando si trovano a dover affrontare delle sfide così grandi”.
Grazie a questa esperienza, Simon ha non solo acquisito le competenze necessarie per svolgere la professione di operatore turistico ma ha anche affinato il suo ruolo di bagnino, alla luce del corso che aveva effettuato con successo l’anno precedente. Non solo: il ragazzo ha anche maturato una maggiore fiducia in se stesso e nelle proprie capacità.
“Purtroppo il nostro è un mestiere stagionale, non possiamo promettere lavori duraturi. Auguro a Simon di trovare qualcosa di più stabile, ma se non dovesse essere così… l’anno prossimo aspetto Simon a braccia aperte per vivere con lui un’ altra stagione di lavoro e di successi”, ha concluso Marco Leone.
La storia di Simon e Marco dimostra che, anche nel mondo del lavoro, è possibile costruire relazioni umane autentiche e significative. Un esempio che invita a riflettere sul valore della solidarietà e sull’importanza di guardare oltre i numeri e i profitti.
‘Se pensiamo a com’era Simon i primi giorni del corso, timido, chiuso a riccio, impaurito dalle sfide della vita – affermano Riccardo Rucco, direttore di Asesi, Anna Maria Mazzocco, responsabile del corso per ‘Operatore ai servizi di promozione e accoglienza‘ e tutto lo staff dell’ ente di formazione – oggi ci sembra quasi un’altra persona. L’esperienza lavorativa gli ha dato tanta sicurezza, tanta gioia di vivere, tanta autostima. Per chi opera nella formazione professionale questi successi valgono di più di tante gratificazioni di altro tipo”.