Un forno crematorio a due passi dalle abitazioni. A Botrugno continua la protesta

Non si ferma la protesta, a Botrugno, per la costruzione dell’impianto di cremazione dei defunti, il primo in Salento. Dopo aver chiesto di bloccare il progetto, ritenuto impattante, ora i cittadini invocano a gran voce un referendum.

Pirandello scriveva: "Lasciatemi disperdere, ma se questo non si puo fare, sia l'urna portato in Sicilia e murata in qualche rozza pietra della campagna di Girgentu dove nacqui". Sono sempre più le persone che scelgono come ‘tomba’ il vento, il mare, una campagna o persino la casa in cui hanno sempre vissuto, dove potranno riposare accanto a chi gli ha sempre voluto bene. I pochi, negli ultimi anni sono diventati molti. Vuoi perché avere una degna sepoltura in un periodo di crisi è diventata un lusso, vuoi perché ognuno vuole essere libero di poter scrivere anche la sua fine, fatto sta che la cremazione è in aumento, anche nel Belpaese, grazie ad una legge approvata qualche anno fa. In questo modo, si accontentano le ultime volontà di un defunto e si abbattono i costi dei loculi cimiteriali che, soprattutto nelle grandi città, sono introvabili.   
 
Se verso questo nuovo rito delle esequie c’è una sorta di apertura, lo stesso non si può dire verso un forno crematorio. Solitamente la costruzione di un nuovo impianto è sempre accompagnato da polemiche come sta accadendo nel piccolo comune di Botrugno dove la realizzazione di un «Tempio crematorio», il primo in Salento, presso il cimitero comunale si è trasformato in un braccio di ferro. Ad opporsi fortemente al progetto è il gruppo di minoranza e il comitato civico “ApertaMente”, che fin dal primo momento hanno puntato il dito contro i possibili impatti che la combustione delle salme potrebbe avere nel tempo.
 
Per quanto le emissioni di inquinanti risultino, nello studio allegato al bando, al di sotto della soglia di legge, grazie anche all’utilizzo di filtri tecnologicamente avanzati, la vicinanza alle abitazioni, campo sportivo e campi agricoli solleva più di qualche dubbio. A ciò come si legge nel comunicato stampa giunto in redazione tocca aggiungere anche il fatto che nel bando di gara per l’affidamento dei lavori di costruzione sono  allegati, nella relazione illustrativa, i documenti di un altro comune: Serravalle Scrivia. Ecco perché i cittadini di Botrugno, con il movimento civico ApertaMente, scendono in campo per chiedere di sospendere la gara pubblica che il comune di Botrugno ha indetto per la realizzazione e la gestione del primo forno crematorio di defunti nel Salento. Il grido è unanime: la comunità deve essere ascoltata!

«Nel progetto preliminare, spiega il presidente di ApertaMente Giovanni Colella, sono contenuti i dati relativi al comune di Serravalle Scrivia, riportati con un semplice copia e incolla. I cittadini hanno il diritto di conoscere la verità e di esprimere la propria opinione sulla costruzione di un tempio crematorio deciso nelle segrete stanze senza alcun coinvolgimento democratico».

Per questo ApertaMente chiede tra le altre cose anche di convocare con urgenza un consiglio comunale aperto ai cittadini;  di avviare un processo di confronto partecipato, al quale possano partecipare le istituzioni, i cittadini ed esperti del settore e  giungere ad una scelta condivisa e consapevole;  di indire un referendum consultivo sull’opportunità di realizzare  o meno il tempio crematorio;  di regolarizzare lo strumento del referendum comunale tramite apposito regolamento, come previsto dallo Statuto Comunale.

Durante l’assemblea pubblica,  che si è svolta venerdì 29 gennaio e promossa da ApertaMente, i cittadini hanno espresso forti perplessità anche sull’ubicazione. "Non è una posizione preconcetta, né sposiamo la tesi che ovunque andrebbe bene, ma non nel territorio di Botrugno", spiega ancora il presidente Colella, "quanto, piuttosto, di consentire alla cittadinanza, non solo di Botrugno, ma anche dei paesi limitrofi, di ascoltare tutti i pareri, anche di esperti estranei al progetto. E' superfluo sottolineare che si tratta della salute nostra e dei nostri figli e che un'opera di questa rilevanza porterà degli stravolgimenti. A ciò si aggiunga che l'impianto di cui stiamo parlando sorgerà a poche decine di metri dalle abitazioni sia di Botrugno che di San Cassiano. Chiedere un coinvolgimento della popolazione è, forse, un atto violento?"



In questo articolo: