Una data, una storia. 28 maggio 1998, Poli Bortone sindaco di Lecce

16 anni fa lo storico esponente della destra salentina, per lunghi anni unico parlamentare donna del Movimento Sociale Italiano e solo ministro del gentil sesso nel primo Governo Berlusconi, batteva il compianto Stefano Salvemini e lanciava la sfida di Lecce Porta d’Europa

Sono passati esattamente 16 anni dalla storica elezione del primo sindaco di destra dell’era moderna a Lecce. Adriana Poli Bortone diventa primo cittadino al termine di una spietata campagna elettorale, superando l’uscente Stefano Salvemini. Il professore leccese che era riuscito a riunire le anime del centro e della sinistra nell’Ulivo era stato costretto alla resa qualche mese prima, quando la sua Amministrazione venne messa in minoranza da un “colpo di mano” di alcuni dissidenti della maggioranza stessa.

Era l’episodio che apriva la strada alla leader dell’opposizione Adriana Poli, la quale con il sostegno di Raffaele Fitto e di tutta Alleanza Nazionale (partito in gran forma alla fine degli anni ’90) riuscì a sbancare alle urne, con un’affermazione così forte da tracciare un nuovo percorso politico per Lecce. In quegli anni, la sinistra al governo cittadino aveva cambiato faccia alla città di Lecce, con provvedimenti impopolari ma efficaci e lungimiranti come la chiusura al traffico del centro storico. Una rivoluzione di cui l’amministrazione Poli avrebbe raccolto i frutti alla grande.

Fu la giunta Salvemini ad avviare il primo progetto di recupero con finanziamenti europei, il noto Piano Urban, ma fu il governo Poli Bortone a portarlo a compimento e ad avviare di seguito il programma di rigenerazione urbana della città vecchia.

La Poli faceva il sindaco a Lecce e il deputato a Roma, ma l’opposizione in consiglio comunale, puntuale e ossessiva da parte del senatore Giovanni Pellegrino la costrinse alle dimissioni da parlamentare un anno dopo, nel 1999. Quell’anno fu decisivo per la signora di Lecce, che candidandosi e vincendo alle Europee (ruolo parlamentare non incompatibile), spianò la strada per l’organizzazione di un processo virtuoso mirato a rintracciare e intercettare finanziamenti dall’Europa che hanno consentito in seguito la realizzazione di decine e decine di opere urbane utili e meno utili.

4 anni dopo la storica elezione, la Poli ci riprovò nel 2002, giocandosela con lo sfidante Alberto Maritati, esponente di spicco della Sinistra. Una sfida finita con una vittoria schiacciante della Poli Bortone che raggiunse una percentuale di consensi del 70 per cento. Un super risultato per una super maggioranza che consentì alla Poli di governare Lecce con totale supremazia su alleati e compagini avverse, fino al 2007, quando la legge non le consentì la terza candidatura.