Una vita da social: le scuole di Lecce in Piazza contro bullismo e cyberbullismo

E’ l’iniziativa che permette a ragazzi e adulti di essere informati sui rischi della rete, su le nuove forme di reato connesse ai social network.

Una distesa di cuscini blu stamattina in piazza Sant’Oronzo per ospitare i ragazzi delle scuole di Lecce in occasione di “Una vita da social”, un’iniziativa della Polizia di Stato volta a sensibilizzare gli adolescenti in merito all’uso attento dei social network, un’occasione per riflettere sui rischi a cui può condurre quell’universo virtuale custodito nello smartphone posseduto daciascuno dei ragazzi presenti in piazza, un incontro per unire le forze e lottare contro il “cyberbullismo”.

Utilizzare i social è possibile, ma è necessario farlo nel rispetto della propria privacy: non rispettare la propria privacy significa non rispettare se stessi. Ed è proprio sul rispetto della propria persona che insiste il Questore di Lecce, Leopoldo Laricchia, il quale interviene per invitare i ragazzi a navigare in rete con sicurezza.

‘Usare i social – sostiene il Questore – è un’occasione magnifica per essere in contatto con i propri coetanei, per condividere idee e interessi. Ma nel farlo, non si può essere superficiali: non si può sottovalutare il fatto che in rete sia possibile imbattersi in strani personaggi, soggetti le cui intenzioni potrebbero rivelarsi estremamente pericolose, soggetti che, servendosi di un’identità fasulla, adescano ragazzi e adulti e, dopo essersi impossessati di foto e informazioni personali, ricorrono al ricatto’.

I social network costituiscono una dimensione basata sull’apprezzamento da parte di amici e followers, un mondo costruito su un cumulo di likes che possono diventare decine, centinaia, a volte migliaia. Però, ai likes, si deve attribuire la giusta importanza: non può essere un pollice in su o un cuore in più a cambiare la nostra vita o la nostra giornata o il nostro umore.

Non si può piacere a tutti” scherza il Questore. Ognuno ha un valore immenso, indipendentemente dall’apprezzamento degli altri, dal giudizio degli altri. Ed è proprio quando sono gli stessi ragazzi a battersi che la lotta al cyberbullismo è più efficace: estremo è l’impatto di “Mabasta”, un’organizzazione fondata nel 2016 dai ragazzi degli Istituti Galiliei, Costa, Scarambone di Lecce, una ONLUS i cui membri sono giovani e giovanissimi che si impegnano per fermare il bullismo.

“Mabasta” nasce perché i ragazzi sono stanchi della prepotenza, stanchi delle ingiustizie e della violenza fisica e psicologica esercitata dai bulli. Allora l’ associazione si impegna affinchè tutti gli adolescenti d’Italia riescano a dire basta ai bulli, rispondendo alla violenza facendo gruppo, facendo rete, creando una catena umana che unisca tutta la nazione e distrugga il morbo del bullismo.

Ma i ragazzi non sono certo soli in questa battaglia. La Polizia di Stato li affianca e li protegge, anche per mezzo dello stesso smartphone, strumento che può essere sì arma dei bulli, ma anche canale per chiedere aiuto: “YouPol” è la nuova app della Polizia di Stato che offre ai ragazzi la possibilità di segnalare direttamente alle sale operative della polizia atti di bullismo o qualunque problema annesso alla diffamazione sul web.



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