Va in parrocchia, ma il sacerdote gli nega la benedizione agli animali. La protesta: ‘Cani e gatti non sono creature di Dio?’

Posizioni divergenti nella curia leccese sulla benedizione degli animali. Un sacerdote di una nota parrocchia ha negato il gesto sacro ad un cittadino che ne aveva fatto richiesta, ma tanti altri lo fanno nelle loro comunità ‘lo prevede il Benedizionale’.

Un patrimonio culturale del passato che diventa un’eredità da custodire nel presente. Sono le tradizioni, vecchie usanze, antichi racconti, usi e costumi tramandati di generazione in generazione fino ad oggi. Alcune memorie sono rimaste immutate, altre sono cambiate insieme ai tempi come l’antica benedizione degli animali, un rito contadino che si ripeteva ogni anno il giorno della festa di Sant’Antonio Abate, il 16 gennaio e tuttora vivo. Con una piccola differenza, prima molte Chiese o luoghi sacri aprivano le loro porte alle bestie da stalla che con la loro fatica aiutavano le famiglie e la società nell’economia del territorio in quel binomio lavoro-religione che era molto comune. Ora, sempre più spesso, sono cani, gatti e persino pesciolini rossi a ricevere la benedizione.
 
Insomma, un gesto che dovrebbe essere consentito ed elargito a chi ne fa richiesta. Così non è stato, però, per un cittadino leccese, presidente di un’associazione per la difesa degli animali, che si è presentato in un’importante parrocchia del capoluogo barocco per chiedere di organizzare, per domenica, un evento dedicato agli amici a due o quattro zampe. Salvo sentirsi  rispondere con un secco no. Dinanzi all’insistenza dell’uomo che portava ad esempio numerose iniziative simili nel Salento ed in Italia, il religioso ha ribadito la sua contrarietà adducendo come motivazione che “non si usa più”. A suo dire, infatti, certe benedizioni appartengono al passato, sono legate alla scaramanzia e non devono essere perpetrate perché gli uomini e solo gli uomini possono e devono godere di quel gesto sacro.
 
Alla domanda se cani , gatti  o  altri animali  non fossero  creature  di Dio, il sacerdote ha tagliato secco «Decide lei o decido io  a chi dare la benedizione?» e con questa lo ha congedato. La vicenda ha fatto il giro dei social e l’associazione animalista non ha perso tempo per chiedere a Leccenews24 un intervento sul tema, chiedendoci in maniera chiara: « i nostri piccoli  compagni di vita  che ci vogliono bene senza chiedere mai  nulla in cambio  non meritano almeno  la benedizione  di un sacerdote?»
 
La risposta è sì, invece. E a darcela è proprio don Adolfo Putignano, responsabile delle comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Lecce che raggiunto telefonicamente ci spiega con dovizia di particolari: «Nella Sezione Terza ‘La terra e i suoi frutti’ al  Capitolo XXXIV  del Benedizionale si parla proprio di questo tema e così viene testualmente scritto: Molti animali, per disposizione della stessa provvidenza del Creatore, partecipano in qualche modo alla vita degli uomini, perché prestano loro aiuto nel lavoro o somministrano il cibo o servono di sollievo. Nulla quindi impedisce che in determinate occasioni, per esempio nella festa di un Santo, si conservi la consuetudine di invocare su di essi la benedizione di Dio».



In questo articolo: