Quello del lupo è un ritorno del tutto naturale, nessuno lo ha materialmente reintrodotto in provincia di Lecce, ci è tornato da solo. Dalla Murgia, dalla Daunia, dalla vicina Lucania, i lupi sono tornati ad abitare qui attorno a noi e sono tanti. Per chiarire molti dettagli della vicenda-lupo e per comprendere meglio i contorni di una possibile e necessaria convivenza abbiamo incontrato il dott. Giacomo Marzano, biologo faunista e fra i massimi esperti della materia.
Dottor Marzano il lupo è ormai un abitante del Salento?
Certamente, potremmo dire che il lupo è un cittadino della provincia di Lecce, sempre più presente e attivo, ormai da un decennio. Dopo i primi rilievi e gli studi che abbiamo realizzato tutti hanno avuto esperienza di questa novità. Ne hanno parlato i giornali, le televisioni, i tanti nostri conterranei che si sono imbattuti nel lupo, che lo hanno fotografato e ripreso videograficamente. È una realtà ormai consolidata. Esistono coppie o gruppi di lupi in diverse zone del nostro territorio, non diciamo quali per non dare riferimenti o creare confusione nell’opinione pubblica.
Perché il lupo è tornato?
Perché dopo anni di persecuzioni indiscriminate alcuni importanti programmi di tutela e una nuova coscienza ambientale hanno favorito la ripresa demografica dei lupi, che non essendo animali stanziali e abitudinari amano muoversi e percorrere lunghi tratti di campagna e di territorio. Un lupo in una notte può anche spostarsi per 40 o 50 chilometri e prendere possesso di territori dove prima non era presente. Questo animale non ha nemici e rivali in natura e l’unico pericolo può arrivare dall’uomo.
Significa che l’uomo è un nemico
Non necessariamente, e non sempre volontariamente, ma molto lupi finiscono, con una certa frequenza, sotto le ruote di automobili e camion, quindi il pericolo esiste. In qualche caso potrebbe esserci il tentativo di rispondere in modo violento agli attacchi che gli allevatori subiscono nelle loro aziende, e tra avvelenamenti e qualche colpo d’arma da fuoco il lupo spesso rischia di finire male.
Ma il lupo non è pericoloso, non esiste il lupo cattivo
I concetti di buono e cattivo non si addicono agli animali, il lupo fa il lupo, pensa a riprodursi e va alla ricerca di cibo. Poi non avendo sempre a disposizione prede naturali si adatta e cambia strategia. I lupi di montagna possono contare sulla presenza di cinghiali, caprioli, conigli, cervi, mentre il lupo nel Salento non dispone di questo ventaglio di opportunità, ed ecco che può prendere di mira cani randagi, volpi e il bestiame in generale.
Siamo dinanzi ad un problema allora…
Nessun problema se gli allevatori si dotano delle giuste e necessarie misure di sicurezza, come si faceva una volta, quando nelle masserie c’erano i muri paralupi e tanti cani da guardia.
Non si deve trascurare il fatto che il lupo possa approfittare degli spazi che gli vengono concessi. Ecco perché occorrono i cani da pastore, in numero efficace per contrastare eventuali azioni in branco. Bisogna tenere al riparo gli animali d’affezione e non lasciare i cani alla catena che diventerebbero un boccone facile per il più scaltro tra i predatori.
Il bestiame va custodito con tutte le misure più adeguate, ma soprattutto non bisogna lasciare cibo per strada o vicino i portoni e i cancelli di ville e abitazioni nelle periferie di città e paesi, perché significa attirare lupi affamati.
Esistono dei progetti per migliorare le condizioni di vita dei lupi e favorire la convivenza pacifica con l’uomo?
Sì, esistono dei protocolli d’intesa e una iniziativa di monitoraggio e tutela messa in campo dall’Amministrazione Provinciale di Lecce che serve ad incoraggiare un sistema di gestione del fenomeno, per evitare che possa rimanere un fatto casuale, coinvolgendo tutti i parchi e le diverse aree della Provincia per mettere a sistema tutti i livelli istituzionali. A tale scopo è fondamentale la conoscenza del territorio e la comprensione dei comportamenti degli animali, affidandosi a tecnici ed esperti del settore, seri e qualificati.
In ultimo occorra anche un elevato senso di responsabilità da parte dei cittadini e da parte dell’informazione che devono integrarsi in un ottica di promozione e difesa delle biodiversità.
