Alcar, i posti a rischio sono 200. Il sindacato chiede l’intervento del Ministero e della Regione

Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono il sostegno delle istituzioni in merito alla vertenza Alcar. Distanti le posizioni con le richieste della nuova proprietà

“Regione e Ministero prendano a cuore la vertenza Alcar”. È questo il grido di allarme lanciato dalla Fiom Cgil e dalla Fim Cisl di Lecce dinanzi al rischio serio che vadano in fumo 200 posti di lavoro della gloriosa azienda salentina passata nelle mani della Aim srl del Gruppo Officine Vittorio Villa.

Stando a quanto la nuova proprietà ha comunicato ai sindacati, il piano aziendale prevederebbe il passaggio da 393 dipendenti (258 dello stabilimento di Lecce e 135 di quello di Vaie, in provincia di Torino) ad appena 191. Non solo. Infatti, al netto di investimenti ed adeguamenti tecnologici e sulla sicurezza, l’Aim oltre al taglio lineare dei dipendenti chiede che l’assunzione della parte restante del personale non sia in continuità con la situazione contrattuale pregressa, bensì in discontinuità. Si fa riferimento ad un contratto ex novo, con l’evidente perdita di tutti i diritti contrattuali e di anzianità sino ad ora riconosciuti ai lavoratori.

Numeri e richieste inaccettabili per il sindacato salentino che definisce ‘infruttoso’ l’incontro con l’Aim e chiede subito l’intervento della Regione Puglia. Nel frattempo le segreterie nazionali dei metalmeccanici si adoperano per ottenere presto la convocazione dal Ministero dello Sviluppo economico.

“Lo scopo della richiesta di Fiom e Fim Lecce – scrivono in una nota i sindacalisti salentini  -è quello di ottenere un tavolo di confronto vero sul futuro della nuova azienda, dei lavoratori e delle loro famiglie. Lavoratori che hanno già pagato un sacrificio alto alle vicissitudini finanziarie dell’azienda (passata per il fallimento e alterne vicende): tutti oggi percepiscono la cassa integrazione straordinaria. I lavoratori di Alcar rappresentano per questo territorio un bagaglio di conoscenza e professionalità che poche aziende vantano. Auspichiamo quindi che anche il territorio con la sua rappresentanza politica faccia sentire la sua voce a sostegno dei lavoratori”.



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