“Ho amato e continuerò ad amare questa comunità”, mons. D’Ambrosio cittadino onorario

Questa mattina, il commosso ringraziamento all’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio, al quale è stata conferita la cittadinanza onoraria. “Ho amato e continuerò ad amare molto questa comunità. Vi voglio bene”.

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A metà discorso, un attimo di commozione. Quell’emozione che per pochi istanti si ferma in gola e non permette di continuare a parlare davanti al pubblico. In questa pausa risiede tutta l’umanità di Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, ancora per pochi giorni Arcivescovo metropolita di Lecce e, da oggi, anche cittadino onorario del capoluogo salentino.

Il conferimento è avvenuto stamattina nei pressi della sala consiliare di Palazzo Carafa, davanti alle autorità militari, politiche, civili e istituzionali. A Mons. D’Ambrosio sono state consegnate le chiavi della città, realizzate dal gioielliere Stefano Sambati della ditta artigiana EsseEsse, che le ha gentilmente donate alla città.

I saluti del sindaco e della Presidente del Consiglio Comunale

Sia il primo cittadino, Carlo Salvemini, sia la Presidente del Consiglio Comunale, Paola Povero, hanno voluto ringraziare il pastore della Chiesa leccese per un servizio attivo e reale.

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Mons. D’Ambrosio e il sindaco Salvemini

Per il primo cittadino “In questi anni, come ha ricordato egli stesso pochi giorni fa, lui ci ha voluto bene, ma sa anche che noi gliene abbiamo voluto. E il passaggio odierno non fa che ribadire un già saldo sentimento di reciproca appartenenza e di reciproco affetto, testimoniato dall’istantanea disponibilità che la mia proposta di conferimento della cittadinanza onoraria ha trovato in tutte le espressioni di questo Consiglio comunale. È stata unanime e ferma, infatti, sia in Commissione che nella successiva seduta del Consiglio comunale, la volontà da parte di tutte le forze politiche di procedere senza indugio a questo passo”. “In una città nella quale spesso si discute, ci si trova in disaccordo, si tenta, nell’ordinaria contrapposizione politica, di mettere in difficoltà l’avversario, il tema sul quale tutti si sono trovati concordi è il riconoscimento pubblico dell’opera dell’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio“, ha poi aggiunto.

“Noi tutti ci sentiamo privilegiati perché abbiamo avuto modo di conoscerla ed apprezzarla”, ha detto Paola Povero. “Con vera riconoscenza esprimo la mia personale gratitudine e quella di tutto il Consiglio comunale che rappresento. Oggi si onora una personalità a cui il nostro Comune deve molto e pertanto vogliamo legare il suo nome a Lecce per sempre. Grazie Arcivescovo e che Lecce le resti sempre nel cuore“.

Sottolineato più volte inoltre, nelle lettere lette di fronte alla platea, quella propensione ai discorsi definiti “scomodi”, ma al contempo stimolanti. Parole che invitavano, nelle varie circostanze avutesi in questi otto anni, all’abbandono dello sfarzo, del superfluo.

Il messaggio di mons. D’Ambrosio

In una parte del discorso letto nella sala consiliare, mons. D’ambrosio afferma:

In realtà sento di confessarvi che questo riconoscimento dà forza al legame che fin dall’inizio del mio ministero a Lecce mi ha unito fortemente a questa città che ora posso ancor più dire mia, un aggettivo che non sta a significare possesso, ma soltanto amore grande. Passione, attenzione, amore, rispetto , l’ho affermato nell’ultimo messaggio per la festa di Sant’Oronzo, mi hanno guidato in questi otto anni. Nessun calcolo o interesse, ma la passione per il Vangelo di Gesù Cristo e per il suo unico destinatario: l’uomo. Quale uomo? Ogni uomo. Se un po’ di preferenza c’è stata, è quella che mi ha avvicinato a coloro che talvolta non avviciniamo per paure immotivate, per pregiudizi falsati, per difesa di sicurezze garantite.

Un accenno alla lotta contro la povertà del territorio, definita “vera” e di “reale sofferenza”, nonché all’impegno per promuovere “scelte per la sussistenza”. Ed infine, la conclusione:

Accogliete la mia gratitudine per giacché mi iscrivete nel numero dei cittadini di Lecce: è un gesto che mi onora e mi commuove. Ho amato e continuerò ad amare e molto questa comunità. Tutti voi rimanete in quello spazio che tutto conserva e nulla dimentica: il cuore! Sono certo che ci incontreremo ancora e quando questo accadrà, sarà festa grande per me. Grazie. Vi voglio bene.

L’intervista

Non poteva non rispondere con un enorme “grazie” l’arcivescovo di Lecce. “Avevo fatto un training autogeno per non commuovermi – rivela ai microfoni dei giornalisti locali, terminata la cerimonia – ma alla fine ci sono cascato. Ma è il segno grande nei confronti di questa città, che adesso avrà altre dimensioni. Un affetto che dovrà misurarsi con le distanze, misurarsi con i ricordi, i volti che restano tutti quanti. Ringrazio la città di Lecce per questo onore che mi dà“.

“Gli amministratori servano la città tutti insieme – conclude – mettendo da parte quelle che possono essere le difficoltà di rapporti e, dunque, progettando”.



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