Via libera al servizio mensa di Tricase, il Consiglio di Stato conferma la decisione del Tar di Lecce

I giudici romani confermano la decisione cautelare del Tribunale Amministrativo di Lecce favorevole alla ditta La Fenice rappresentata dall’Avv. Pietro Quinto. Il contenzioso verrà deciso definitivamente dal Tar di Lecce a fine settembre

Il Consiglio di Stato si pronuncia sulla gara per il servizio mensa di Tricase e conferma la decisione cautelare del Tribunale Amministrativo di Lecce favorevole alla ditta La Fenice.
 
Era stata tale impresa, difesa dall’avv. Pietro Quinto, a rivolgersi al Giudice Amministrativo per impugnare la decadenza dalla aggiudicazione che era stata disposta dal Comune di Tricase.
 
Il Tar aveva accolto l’istanza di sospensione del provvedimento di decadenza ed il Comune si era adeguato aggiudicando il servizio a La Fenice.
 
A quel punto l’azienda controinteressata ha proposto appello contro la decisione del Tribunale salentino, ma, proprio ieri, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello ed ha confermato l’orientamento del Giudice di primo grado.
 
Il contenzioso verrà deciso definitivamente dal Tar della “Capitale del Barocco” a fine settembre e finalmente, in quella sede, si conoscerà la decisione di merito.
 
Il contenzioso nasce su una procedura di gara che riguardava il servizio mensa per il triennio 2014/2017; ancora oggi non si è in grado di conoscere chi dovrà svolgere il servizio anche se le due decisioni, seppure provvisorie e cautelari, del Tar di Lecce e del Consiglio di Stato, lasciano seriamente ipotizzare un esito finale favorevole a La Fenice.
 
Il ritardo nella definizione della vicenda non è tuttavia imputabile ai tempi della giustizia, ma a quelli della burocrazia se si tiene conto che le offerte furono presentate nel lontano mese di ottobre 2014.
 
Dopo una serie di verifiche sul possesso della struttura da adibirsi a centro cottura di emergenza, il Comune aveva ritenuto che la documentazione prodotta dalla ditta La Fenice non fosse idonea. Il Giudice Amministrativo, valutando quella documentazione e i chiarimenti forniti dall’avv. Quinto, ha condiviso la tesi del rappresentante dell’azienda, secondo cui il centro cottura per le emergenze doveva soltanto essere nella disponibilità del concorrente senza che vi fosse necessità, al momento della domanda e della aggiudicazione provvisoria, della sua concreta ed effettiva operatività.



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