«Viaggi della speranza» per i malati. Nel 2012 due miliardi dal Sud al Nord

Migrazione sanitaria per i malati oncologici: solo nel 2012 sono 2 i miliardi che dal Sud sono stati spesi nelle strutture del Nord a causa delle carenze nel sistema sanitario pugliese. L’associazione dei Pazienti oncologici ha deciso di scendere in campo contro il problema.

“Nel corso del 2012 sono stati oltre 770 mila gli italiani ricoverati in una Regione diversa da quella di appartenenza. Circa 2 miliardi di euro nel 2012, il saldo dei “viaggi della speranza” che continuano a convogliare risorse dal Sud verso il Nord, depauperando la Sanità delle Regioni meridionali, con un impatto drammatico, umano ed economico, per i pazienti oncologici e le loro famiglie”. E’ questa la “denuncia”dell’Associazione dei Pazienti oncologici che ha deciso di scendere in campo contro la “migrazione sanitaria” dei pazienti pugliesi.
 
“Migliaia di pazienti italiani con tumore – prosegue la nota – si sono mobilitati a favore del diritto alla salute, l’uguaglianza dei cittadini e l’uniformità dei livelli di assistenza in tutto il territorio nazionale,  contro i “viaggi della speranza” dal Sud verso il Nord. Ad allarmare le Associazioni dei pazienti, che oggi a Roma nel corso di un Forum istituzionale presentano il Manifesto per i diritti dei pazienti oncologici, sono in particolare due novità legislative: da un lato, la riforma del Titolo V della Costituzione, una delle riforme costituzionali presentate dal Governo Renzi in questi giorni all’esame del Senato, che non prevede un forte ruolo di indirizzo del Governo centrale in materia di Sanità e rischia di legittimare le attuali differenze tra le Regioni; dall’altra, la recente entrata in vigore della Direttiva europea 2011/24/UE, che riconosce ai cittadini europei il diritto di curarsi in qualsiasi Paese dell’Unione e che a giudizio dei pazienti è stata recepita senza prevedere alcun sostegno per le spese di viaggio, favorendo un flusso migratorio dall’Italia verso altri Paesi europei solo a vantaggio delle fasce sociali ad alto reddito”.
 
«Abbiamo deciso di mobilitarci perché continuiamo a riscontrare troppe, inaccettabili differenze nella qualità dell’assistenza sanitaria da Regione a Regione – afferma Anna Maria Mancuso Presidente di Salute Donna onlus, promotrice dell’iniziativa insieme ad altre 9 Associazioni – in alcune realtà bisogna scegliere se accontentarsi di un’assistenza sanitaria non adeguata e non tempestiva, mettendo a rischio le chance di sopravvivenza, o se affrontare spese ingenti o addirittura indebitarsi per andarsi a curare altrove. Tutto questo è ingiusto e inaccettabile ed è in palese contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione che sanciscono l’uguaglianza dei cittadini e la salute come diritto».
 
Nel Manifesto le Associazioni chiedono che venga sancito a livello costituzionale il ruolo dello Stato come garante dell’uniformità sul territorio nazionale delle prestazioni sanitarie e sollecitano inoltre un’Authority nazionale di controllo della qualità delle prestazioni in Oncologia e l’istituzione di un Centro oncologico specialistico di riferimento per ogni Regione.
 
Il divario tra Nord e Sud, alla base della migrazione sanitaria, è uno degli aspetti strutturali del Servizio Sanitario italiano che “pur piazzandosi ai primi posti nei principali indicatori internazionali – conclude – da decenni, non riesce a gestire le carenze reali e percepite nell’assistenza che colpiscono soprattutto le Regioni meridionali”.