‘Ad essere bonazzi…solo problemi‘. Con una intelligente ironia circola da giorni su Facebook il commento più folgorante alla vicenda che ha riguardato il dimissionario Ministro della Cultura del Governo Meloni, Gennaro Sangiuliano, vittima di quella distorsione degli specchi che sembra trasformare il potere in bellezza e in fascino e fa dimenticare di essere, invece, dei semplici ‘taxi’ sui quali entrano, si siedono e si stravaccano intrufolatrici e intrufolatori, arriviste e arrivisti.
Per la competenza e la preparazione in Italia c’è tempo. Siamo il Paese degli Amanti, ma si badi bene non solo in politica. Guai a pensare che il problema sia solo nei palazzi ministeriali. Anzi. Fatevi un giro in tutte le istituzioni che dovrebbero dare lustro al Belpaese (Regioni, Province , Comuni, università, tribunali, enti, imprese pubbliche e private, ecc. ecc.) e vi renderete conto che di amanti sono lastricati i corridoi e le stanze che dovrebbero essere riempiti da persone innanzitutto competenti. Del resto se l’imbarazzo internazionale toccò al potentissimo Presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, non si vede perché debba essere risparmiato un piccolo italico ministro.
‘Che figura di merda‘ direbbe Emilio Fede nel noto meme che circola sul web. Una figura amplificata da un’ intervista al Tg1 che è stata la classica pezza peggiore del buco. Umanamente si può capire tutto e chi è stato scoperto dopo un tradimento sa bene cosa si prova e come ci si senta (chi scrive non può né lanciare la pietra né puntare il dito contro nessuno, per fare un solo esempio). La berlina è una gogna che bisogna bere a piccoli sorsi, un percorso di guerra accidentato che si deve percorrere fino alla fine. Detto ciò va aggiunto che il pubblico ludibrio può piacere soltanto ai miserabili, soltanto a quelli a cui la vita ha concesso di guardare dal buco della serratura, come nei film di Lino Banfi ed Edwige Fenech. Calpestare l’animo in difetto e messo a nudo è da persone scadenti. Dove non arriva la comprensione dovrebbe arrivare il rispettoso silenzio.
Ma in questa vicenda l’obiettivo ovviamente non era Sangiuliano (se andassimo a guardare le convenzioni fatte ai collaboratori di ministri e parlamentari della storia repubblicana (e immaginiamo anche monarchica) ci sarebbe da ridere o da piangere, fate voi. L’obiettivo era la credibilità della squadra di Giorgia Meloni e il colpo è stato assestato ben bene.
Ora se pensiamo di aver risolto il problema con le dimissioni dell’ ex ministro (che bene ha fatto a farsi da parte, anzi lo avrebbe dovuto fare subito dopo una delle tante incommentabili gaffes) saremmo dei falsi come Giuda, degli ipocriti di ultima categoria. E noi non vogliamo esserlo. Qualche tempo fa il giornalista Paolo Guzzanti aveva scritto un libro dal titolo inequivocabile: ‘Mignottocrazia‘. Evidenziava finalmente il vero problema. Il termine, inserito poi nella Treccani e nel vocabolario della lingua italiana, fa riferimento al “potere ottenuto compiacendo, eventualmente anche sul piano sessuale”.
Nella copertina, che contiene un’illustrazione di Giuseppe Veneziano intitolata ‘Novecento’, si vedono Silvio Berlusconi, Adolf Hitler, Benito Mussolini e Josif Stalin approcciare più o meno intimamente e sessualmente Cicciolina, Jessica Rabbit, Eva Kant, Valentina e Candy Candy, con Biancaneve intenta a servire da bere agli ospiti. Il problema è questo. Possiamo pensare ancora di sottrarre posti alla competenza e alla preparazione a colpi di testosterone? È una battaglia che riguarda tutti, uomini e donne. Selezionare il personale per ciò che sa fare sul posto di lavoro e non nelle camere da letto significherebbe migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. E significherebbe chiudere finalmente quel buco della serratura da cui i più scarsi sono così interessati a guardare.
La vita privata è altro, le scelte sentimentali sono altra cosa. È lo scambio squallido che infastidisce le persone perbene.